Volontà - anno XIII - n.12 - dicembre 1960
di sen,izio; mentre noi avevamo, dalla Gioventù Rurale, dicci zloty al giorno (250 lire) per le piccole spese: e ciò già costituiva un'eccezione, poichè di norma nel Servizio Civile la prestazione è interamente gratuita. Scarsissima la meccanizzazione: un vecchio trattore con due rimor– -chi, che si muove,,a quando poteva, nella strndu impantanata dalle fre– <JUCntipiogge e un grosso elevatore a cucchiaia, modemo, che Ieee la sua comparsa soltanto durante l'ultima settimana. La c1uantità di lavoro da noi fomita è stata definita dal preside del distretto, che ogni tanto veniva paternamente a trovarci, come superiore alle nonne nazionali; il che, visto il ritmo d'attività sia dei volontari che degli operai polacchi, non doveva -esser un semplice complimento; e si noti che mediamente nell'Europa occidentale la produttività di un volontario cquivt1lc a due terzi di quella d'un manovale normale. La strada, gi~ esistenti! in !orma primith•a, era in corso di amplia– mento e definitiva sislemazione, per congiungere Mogilno con un borgo distante cin<1ue chilometri, dove era stata costruita una nuova scuoio. Con una carreggiata di nove metri, (studi.'.ltn per un Cu1uro molto lontauo, evi– .dentemente, non per for nndare n scuola i bambini, quale era In giusti– ficazione sociale per l'intervento ciel Servizio Civile), due-tre metri di cunetta da ciascun lato, e una massicciata n pietre, sabbia e ghjaia, senza asfalto - il suo costo era stato programmato in 25.000 zloty nl chilometro (625.000 lire): veramente non cara, specie se la si paragona cou ... la me– tropolitana milnuesc, che paghiamo 180.000 lire al centimetro, il doppio del costo medio mondiale (ma è noto che l'Italia è prima in tante cose).' Durante il lavoro venivano a guardarci i bambini delle case coloniche vicine (vestiti come nelle campague dell'Jialia seucntrionale, forse un po' meglio), a offrire mele e pere acerbe, n rubare la prima pala abbando– nata, per aiutarci. I passanti ritenevano loro dovere almeno salutarci, in tedesco, aggiungendo benevoli :1mmonimcn1i a non fnticare troppo, a ri– po!:iarci, a lavorare lentamente; nrn i piit si fermavano a lungo, ponendo domande minuziose, sempre uguali: dando l'impressione, per la verità, d'esser 11rnggiormen1e interessa.ti . a perder tempo che alle nostre uazioua– lità e alle nostre profossioni. Quando pio,•eva. tanto forte, da dover inter– rompere il lavoro, ci rifugiavamo nelle case vicine: costruite dopo la guer– ra, cou i muri esterni senia intonaco; due stanze grnndi, una dentro la altra, per fomiglia, arrcdnte con il minimo indis1,ensabile, cl'unn po,•ertà JlUlita; nel soggiorno nltopnrlante a muro, per la fò:Oln ricezione, vin filo, del programma nazionale deslinato alle campagne; ma senza luce elettrica. ·Durn111e il campo, siamo !-lati intervistati due volte dalla radio po– laccn: per una trasmissione seria, da Varsavia, che mirava a far capire il signjficato e lo scopo, individuale e sociali, del nostro lnvoro; per un intermezzo di vnl'ieti1, cfolla radio di llydgoszcz, con domande di livello turistico corrente, che odoravano tanto di RAI-TV (o un inglese: « si trova bene lei qua, che pio,•e tanto come a casa sua?»; e a me: « le piace la nostra cucina? riesce a vivere s-cnza mangiar paslasciutta? »). 720
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