Volontà - anno XIII - n.12 - dicembre 1960
uicnmentc pnssiva, dopo mmi di tranquillanti, ottimistiche relazioni uf– ficiali; da noi l'industrin dell'armnmenlo è florida (quando lo è) perchè lo stato ne sopporta il pn8sivo sin dall'inizio e senza discussione, rega. lando agli armatori da un <1uar10a un terJ;o del costo di ogni na,•e: ma di questo deficit programmato pochissimi ormai si scandalizzano. Alla fine del campo, dopo uuo scambio d 1 i11Iormazioni e di vnlutnzioni esterne durato un mese, siamo riusciti ad oltC"nere da Edek un'autoclnssHicazioue politica: e 8i è definito socialista, con nostro stupore; di quel socialismo della tradizione culturale polacu, che è una specie di po1mlismo nazio• nale e non ha nulla in comune con <1uelli di tipo occidentale, nè di dc– fitrn nè di sinistra. Anche un altro polacco mi ha molto aiutato a comprendere il paese; non con la conoscenza psicologka, le annotazioni di sociologia vissuta, le continue citazioni lellernrie con cui Edek costruiva ogni sua frase (in no ,.1ussofiorito di parole sceltissime, tirate fuori da un poemetlo di Essenin o da un manifesto di l\:lajnkowski); ma con un realismo quo1idiano e un scnl'!o J}rntico, fallo di dàti e cifre controllate, da mercante sicuro. Era agronomo, da poco diplomato, e lavorava in wm azienda statale, come aiulo del direttore, che l'a,•ev11 1>rcsrn10nrnlvolen1icri al nostro campo: « Non posso lamentarmi, gundagno 1400 zloty al 1ucse (35.000 lire], vitto, allo~gio di due stanz~ (era vh•ibilmente fiero di ciò], riscaldamento e luce, J!:rntuiti; e tra uu paio d 1 a11ui arriverò a 2700 (67.500 lire]. Dal ~58, quando sono stale emanale norme piì1 precise sul decentramento agri– colo, siamo molto piÌI liberi e possiamo prendere iniziative prima incon– cepibili; sicchè quest'anno, per la prima volta, il bilancio è risullato at– tivo, per 630.000 zloty (15.750.000 lire]. La nostra azienda possiede ot– tocento et1ari cd ha circa centotrenta addetti: no,,anta braccianti, divisi in tre brigate, dieci trattoristi con un capo brigata, cin<1ue meccanici nel– l'officina riparazioni; due agronomi, cinque impiegati e due ragionieri; trecentotren1a vacche, piìi i vitelli (n Cecondazione artificiale); suini e ovini . .t una bella azienda, che adei-so funziona e di, delle soddisfazioni, ma in fondo avrei preCerito restare sulla terra dei miei. Mio padre invece ha deciso di lasciare tutto n mio !rat<"llo, perchè è il mnggiore e non ha potuto studiare; da noi la terra non si divide mni; diversnmente da tante altre parti del paese, dove è In tradizione che ne vuole lo sminuzzamento (un male che il governo non è aucorn riuscito a frenare). Possediamo dieci ettari, coi quali l'anno scorso abbiamo cavato, puliti, sedicimila zloty (400.000 lire], dopo ottomila di tasse e detratt.o il valore della parte di produzione consumata da noi. Quest'anno dobbiamo vendere allo stato sessanta chili di carne per ettaro di prato; a quindici zloty al chilo (375 lire] contro trenta del mercato libero; nel passato sian10 arrivati a dare, in tutto, nuche otto quintali <li carne, e a prezzi inferiori. Inoltre trenta quintali di cereali (tra frumento, mnis, avena, orzo, uno per l'altro) a cenlO\'enti zloty (3000 lire] invece di trecento [7500 lire] al <1uiutale, com'è il corso medio sul mercato libero; ma se ne vendiamo al governo lWO quantità maggiore del mi11in10 obbligatorio, stabilito dal piano na- 717
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