Volontà - anno XIII - n.12 - dicembre 1960
ma per le cose della sua vita, piena di un buon senso concreto cl1e ho trovato in poche altre persone. Una ragazza dell'Ohio, impiegata all'Unesco di Parjgi, nell'ufficio di coordinamento e aiuto agli enti internazionali (sono piì1 di duecento) che organizzano campi di lavoro in tutto il mondo; attentissima a capire l'Europa, intelligentemente critica del modo di vita e della politica statunitense. Uno studente della Califontia, oriundo cam– pano, cattolico praticante e orgoglioso della sua confessione; infoticabile propagandista di Kennedy (« è proprio l'uomo che ci vuole ») a tavola e sul lavoro, nel tempo libero e durante le gite. Della politica americana del dopoguerra, del sistcnrn politico e della propaganda elettorale appro– vava tutto; interpretava il comunismo, l'URSS, il 111011do socialista con la stessa stupida e tagliente bnldamrn degli universitari fascisti, nel 1939-40; più cieco a tutto ciò che usciva dagli schemi della sua dop1,ia fede di <1uanto non fossero~ ad esempio, gli studenti sovietici nel campo cli Uussia, due anni fa. È. slato il primo giovane americano da me incontrnto con una men– tnlitì, totnlmente illiberale, la prima figura di clcrical-nazionalista made in USA; pieno di sicurezza, d'incoscienza e d'attivismo dn far paura, se rnpprcscnln, come è probabile, 1m tipo che va diffondendosi. Per espri– mergli chiaramente - forse con un po' d'esagerazione - j) mio di5<senso, gli ho dello che: un presidente cnttolico negli Stati Uniti sarebbe il mag– gior pericolo possibile alla pace del mondo; finfremmo per dover sperare soltanto in Khrussciòf, il che non è senza inconvenienti; è semine più nvanli, sulla strada del progreeso, un reazionario protestante (purchè non sin tedesco), di w1 qualsiasi uomo politico caltolico, per quanto intel– ligente, o di sinistra (<1uesto non è il caso di Kem1edy), egli possa essere. I piìi feroci, pii, convinti (e pii1 brutti) nemici sulla scena politica mon– diale sono, reciprocamente. i comunisti e i cauolici; se diamo in mano anche ni secondi, che sinorn non l'avevano, mm macchina di guerra bella e pronta, e per giunta In piì1 potente del mondo, è facile pensare quello che può accadere. Ma in fondo a questo giovane mi ero nlTczionnto, poi– chè mi ricordava un poco i giovani italiani di vent'anni fa: involontario prodotto di un ambiente e di una educazione sociale, assorbiti con entu– siasmo e con sincerità; che può cambiarsi, anche radicalmente, quand'o si mutino le condizioni esterne. Ma come prevedere dei mutamenti social– mente e politicamente soslanzinli per gli Stai.i Uniti, entro la lunghezza d'una vita umana e nella direzione opposta a quella odierna, senza riper– correre l'antica strada della follia e della violenza mondiale? Tre tedeschi: due dalla Repubblica Democratica, non volontari, co– me tutti gli altri partecipanti al campo, ma delegati, con viaggio pagato in vagone-letto, dalla loro organizzazione giovanile; di prolessione mu– ratori e scelti come tali perchè il lavoro originariamente programmato era la costruzione di una scuola. Forse i capi della Libera Gioventù Tedesca avevano pensato al nostro cantiere come a una gara d'abilità e di me- 6tiere; mentre uno degli aspetti più positivi del Servizio Civile Interna: 713
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