Volontà - anno XIII - n.11 - novembre 1960
anche sul tessuto delle cose in ge– nere. E' uno scambio certamente molto complesso e - nel suo aspet– to umano e naturale ad un tempo - veramente prodigioso. Il controllo delle nascite, diremo così del tutto naturale, che un tem– po operavano le avversità d'ell'am– biente e i fattori negativi dello stes– so organismo (malattie in genere), a poco a poco viene sopraffatto dal– )~ potenza dell'intelletto. Pur non avendo alcuna testjmo– nianza, è ragionevole pensare che la prolificazione presso le comuni– tà umane della preistoria, doveva essere intensa. Certo del tutto istin– tiva, e tullavia assolutamente ne– cessaria per il progredire della spe– cie. La donna d'ell'età della pietra poteva ritenersi fortunata se su do– dici figli ne salvava quattro; e clo– vevano avere una pellaccia ben du– ra quei nostri lontanissimi parenti, se per centinaia di migliaia d'anni hanno saputo resistere a tante av– versità. Non solo, ma pure una buo– na intelligenza cd una certa saggez– za istintiva, se riuscirono a porre le basi della prima civiltà agricola, quella del bronzo ed anche una ci– viltà edile, senza bisogno di auto– rità statali, d•i tribunali e di car– ceri ... Il freno posto dall'intelligenza alle pressioni negative della natu– ra, fu senza dubbio inestimabile per le civiltà umane, ma vi è pure da rilevare un fatto molto importan– te: l'intelligenza è una energia com– plementare alla libido, anche se sot– to un certo aspetto tali energie si possono considerare opposte circa i Joro fini. In senso assoluto non è certo pos- sibile vincere del tutto la natura. Questa, quando si ritira di fronte alla potenza del pensiero, dietro di sè lascia lo stesso - diremo pure con un certo senso di beffa - una scia di problemi che la mente u– mana è obbligata a risolvere. E' ve• ro: la mortalità infantile non è p}ù impressionante, la vita media de– gli individui ha raggiunto un livel– lo notevole; ma la natura e la stes– sa intelligenza umana non fanno re– gali gratuiti. Nella risoluzione di un dato problema vi è già implicito un altro problema, appunto perchè la vita procede su di una intermi– nabile catena di problemi. In ogni vittoria vi è implicita una sconfit– ta, se l'intelligenza rinuncia a ri– solvere i problemi scaturiti dal ca– rattere stesso cfell'azione vittoriosa. Se il controllo delle nascite non è più operato dalla pressione irnmite dei fattori naturali, si deve ben pensare che, presto o tardi, dovrà ben presentarsi come problema to– talmente riflesso sulla compagine sociale. Lasciando da un lato la teoria e puntando su alcuni particolari fc. nomeni di carattere demografico, possiamo affermare che non manca un certo senso di ragionevolezza tra le masse familiari, circa il pro– blema di non mettere al mondo un numero di figli che sia sproporzio– nato alle possibilità economiche di una data famiglia. E' un fenomeno già accentuato per le popolazioni dei centri urbani; e incomincia ad accentuarsi, sia pure cli poco, nel– le zone agricole, specie in quelle più progredite, Tuttavia è necessa– rio rilevare, circa la dinamica del– lo sviluppo demografico, che se mez- 683
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