Volontà - anno XIII - n.11 - novembre 1960
dizioni, per In specie umana, pos– siamo dire che si sono mantenute anche entro lunghi secoli di parti– colare civiltà. E' solo quando la scienza medica raggiunge un grado di reale efficacia. che incomincia una graduale vittoria sulle avversi– tìt ambientali e fisiologiche clie fan– no da freno all'espandersi della raz– za umana. Diversi studiosi sostengono che il fenomeno dell'espansione umana è pure dovuto al diffondersi del be– nessere economico in genere. Que– sto non si può certamente esclude– re del tutto, ma non si può accet– tare come fattore determinante. Co– munque il suo influsso ha w1 peso alquanto mediocre. Pensiamo sol– tanto ai molti milioni di asiatici in integrale povertà, e inoltre ai non pochi milioni di abitanti del sud Europa che hanno un misero potere d'acquisto; cioè proprio a quelle popolazioni ove la pro I ificazione ri– sulta pii1 intensa e più indiscrimi– nata. Un tempo tali popolazioni veni– vano decimate dalle epidemie e da una impressionante mortalità infan– lile. Ora la socielà ha mezzi mollo efficaci per dare a loro un aiuto di carattere sanitario; ma si limita quasi solamente a questa specie di aiuto. Nella realtà, rimangono mas– se stazionarie e in perpetua miseria. Ora è facile salvarsi durante il periodo infantile, ed altreltanto fa– cile combattere conìro l'invisibile ma possente esercito microbico. Il difficile è salvarsi in seno alle in– congmeuze e ai disquilibri della auuale società. Questa, per centi– naia di milioni d'individui, pone un semplice ma impietoso dilemma: o rasseguarsi ad una inedia lenta e costante, oppure sfidare i codici 1>e– nali, cioè mellere in gioco la pro– pria stima e la propria libertà. Per incidenza facciamo nolare che inie plètora di nascite indiscri– minate rappresenlano una notevole riserva di mano d'opera a buon mercato, per cl1i detiene i mezzi di produzione. Il 40% d'elle masse lavoratrici del sud Europa - tanto per citare un seuore che direttamente c'interessa - hanno condizioni di lavoro irre– golare (lavoro non continuo, salari inferiori a quelli già magri stabili– ti dai sindacati, occupazione senza regolare inscrizione alle pre,,iden– ze sociali. ecc.). Quelli che sostengono che aumen– to di popolazione significa pure au– mento di produzione e di consu– mo, avrebbero ragione se a tale au– mento corrispondesse, costante e parallela, una effettiva amplitudi– ne d'ella potenza produttrice e di– stributrice del lavoro e dell'econo– mia in genere; ciò che non avvie. ne. I sostenitori del controllo delle nascite, invece, affermano che ad un aumento di ricchezza economica si può giungere lo stesso, anche manlenendo l'attuale livello demo– grafico mondiale,1 ponendo come necessità inderogabile il potenzia– mento produttivo ed economico d:i centinaia di milioni d'individui pressochè in povertà assoluta. Que• sto è senz'altro più logico, o alme– no qualcosa di più scusato. Il numero, per sè stesso, non im- 1 S'intende che non si tratta di mante– nere un livello fiuo; è quando le cifre ingrossano di centinaia di milioni in po– chi anni, che Je conteguenze 1i fanno mol– to serie. 681
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