Volontà - anno XIII - n.11 - novembre 1960

E più lontano, precisando quali forono gli intenti del giornale, Jo stesso articolo diceva: « Le nostre intenzioni erano molto pii1 modeste. Appena all'inizio della nostra pre– parazione, quando non ancora cran sparite le ultime tracce dell'ubria– catura libica ed il risveglio del po– polo italiano era, nella più gran par– te del paese, solo da poco incomin– ciato, noi non pensavamo certamen– te di poter fore la rivoluzione con i comizi cd i cortei del giorno dello Statuto. toi intendavamo solamen– te di far se.utire al governo la neces– sità di liberare le vittime militari (l\:lasetti, Moroni, Fioravanti ed al– tri) e di abolire le compagnie di di– sciplina. La stupida proibizione dei comi– zi ed il feroce eccidio di Villa Ros– sa spinsero le cose ben oltre le no– stre intenzioni e le nostre speranze. Senza intesa, senza preparazione, tutta l'Italia insorse indignata, ed in molte parti lo sciopero generale di protesta prese subito aspello di ri– volta aperta contro le istituzioni dello stato ... Le lezioni di <Juesti giorni agi– tati non devono andar J>Crdute. Noi abbiamo visto che le masse sono sensibili e disposte alla lotta. Abbiamo visto clte le differenze di scuole, di tendenze, di partito non impediscono un'azione comune per trno scopo comune, e che lo scio– pero generale è ottinto mezzo per incominciare un movimento rivo– luzionario, ma che non può conti– nuare come sciopero senza stanca– re la J>Opolazione e ridurla alla fa. me; e che perciò l'astensione dal la– voro deve ben J)resto cambiarsi in lavoro !atto a favore della colletth•i– tà, cd in organizzazione della rac- 662 colta e distribuzione dei generi di consumo a beneficio di tutti. Abbia– mo visto che gli avvenimenti danno quel che possono dare, Jna che per riuscire bisogna pre1>ararsi metodi– camente secondo piani preordina– ti» .... E concludeva: « Noi voglia– mo fare la rivoluzione e la prepa– riamo alla luce del sole, colla pro– paganda scritta e orale, suscitando nelle masse la coscienza dei loro di– ritti e della loro for;,a ed ispiran– do loro l'ideale di una civiltà supe– riore, e cercando di mettere pace e coucordia fra i proletari ed affra– tellarli nella lotta contro il nemico comune». Cessato il movimento, superata la paura, la polizia tentò di arrestare molti anarchici delle Marche e so– pratutto di Ancona, diversi dei qua– li però riuscirono a lasciare l'Ita– lia, e sequestrò tutto quanto era in– dirizzato al giornale « Volon1à » 0 • Il giomale « Volontà », sotto la direzione dell' Agostinelli, continuò come se il Malatesta fosse presente, anche se, col precipitare degli av– venimenti, H vecchio anarchico ver– rì1 tagliato fuori dalla vita del mo– vimento anarchico in Italia e non potrà portare pili quel valido aiu– to di collaborazione che aveva pri– ma dato, anche solo sotto forma di suggerimenti u Nel numero di « VolonlÌ • del 27 giu– gno )914, una nota de.I giornale av,•iuva i leuori ehe « non ri!pondiamo delle 10mme invia1eei in quea1i giorni, pen.he, in omag– gio a1le liberlà sutuarie tulio quan10 è in– clirizzato al nostro giornale cd alla nollra Casella n. 91, cioè leuere., ,·aglia, 1clcgnm• mi, giorn11li di cambio ecc. vieoe aeque- 1tralo per ordine delle. autori1à giudi• 1.i1rie•·

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