Volontà - anno XIII - n.11 - novembre 1960

gli assalti del proletariato. Il Qui• rioale è sfuggito per ora all'invasio• ne della massa proletaria, ma è sempre minacciato. A Parma, Mila– no, Torino, Firenze, Napoli, agita• zioui e conflitti daperlutto. Le no. tizie che giungono sono in.cerle e contrndditorie, ma tutte dimostrano che il movimento è generale e che il governo non può porvi riparo. E da per 1u110si vedono agire in bel• la concordia repubblicani e socia– listi, sindacalisti ed anarchici. La Monarchia è condannata. Ca• dr(I oggi o cadrà domani, ma cadrà, sicuramente presto. E al momento mcllercmo all'opera tutte le nostre energie, tutta la nostra at1ivi.tì1.Qna• lunque debolezza, qualunque esita. zione sarebbe oggi non solo una vi– gliaccheria, ma una sciocchezza. ... Noi non intendiamo orn di. abolire la proprietà individuale, ma pretendiamo che i proprietari, i ne• gozianti, i venditori di tutte le spe– cie non abusi.no della circostanza 1>erstrozzare il popolo e pretendia– mo che si J>rov,•eda per conto del Municipio, per conto della colletti• viti1, a coloro che sono sprovvisti di ogni mezzo, per comprare il neces– sario. Il dazio va abolito per vo– lontà di popolo. Bisogna che questa abolizione vada a vantaggio di tutti e non già a profitto de.i negozianli. La roba deve essere venduta al prcz• zo di prima, meno l'jmporto del dazio. Provvedano a questo i eitta• dini stessi per mezzo della Came– ra del Lavoro, delle loro assocjazio• ni e dei loro comitati di \'Olontnri ». Era un impegno che il giornale e gli uomini che ne componevano la redazione mantennero e riprende-. ram10 nell'immediato dopo guerra, c1uando, nonostante che In situazio. ne economica sia molto dura, il go• vemo non si occupava d'altro che di favorire i grossi e piccoli profittalo• ri. Lo faranno nel giornale o:Volon• tà» quando riprenderà le pubblica• zioni dopo la parentesi della guerra, e lo faranno ancora uel <1uotidiano «Umanità Nova• che si pubblicherà a Milano. L'importante è, che nel 1914, anche dopo la fori:ata parten– za del Malatesta e l'altrettanto for. zato allontanamento di Luigi Fab. bri, che per sfuggire all'arresto, il primo era ritornato a Londra, il se. coodo si era rifugiato in Svizzera, rimasto l'Agoslinelli, il giornale continuò a vedere la luce e a man• tenere inalterate le sue diretti\'e e la propria azione. Infatti, nel numero d'el 20 giugno 1914 di « Volontà », il suo redatto~ re, nell'articolo di fondo dal tito• lo: « Ed ora? », spiegando la situa• zione e la posizione del giornale, prima, durante e dopo gli avveni• menti, scriveva: « Ora... continueremo. Continue• remo, più che mai pieni di entusia~ smo, fatto di volontà, di speranza, d'i fede. Coutiuuercmo a preparare la rivoluzione liberatrice, che do. vri, assicurare a tutti la giustizia, la libertà, il benessere. Se il governo e la borghesia si immaginano di aver vinto la rivo• lozione e di averla domata, s'aecor• geran.no un giorno quanto mai è grande il loro errore. Qnesla voha non han vinto che uno scoppio spontaneo d'jndignazio• ne popolare; non hanno avuto che un piccolo saggio della collera che van seminando nell'animo elci la• \'f"ratcri .. Sentiranno un'altra volta il basta formidabile del proletariato, che porrà fine al regime ». 661

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