Volontà - anno XIII - n.10 - ottobre 1960

accordo e la classe dirigente sici– liana dei grandi proprietari si con– vinse che non c'era un gran che da rischiare con il nuovo governo. Nel 1863 la Corte d'Assise di Ca– tania condannava 37 accusati di partecipazione alla rivolta, all'er– gastolo. La rivolta di Bronte fu la scintil– la che appiccò il fuoco alle polve– ri. Uno dopo l'altro i villaggi del– l'Etna insorsero: Randazzo, Casli– glione, Centorbi, Linguoglossa; fino a Cesarò (Messina), Licata (Agri– gento) e Rcgalbuto (E1wa). Ovun– que, fu la brigata Bixio a soffocare nel sangue le rivolte, aHe quali a– derirono pii1 o meno apertamente le municipalità e la Guardia Nazio– nale. Ad Acireale i lavoratori si ri– voltarono quando il consiglio civi– co di Catania tentò di rimctl.erc in vigore il dazio di consumo che era stato abolito all'arrivo del Bixio nel– la città (27 luglio). A Biancavilla la truppa dovette essere chiamata il 23 agosto per p.ermcttcre la treb– biatura della segala ed un comitato fu rim,iato a Napoli il 19 ottobre per agitare la questione della distri– buzione delle terre. In provincia di Messina altre som- 1nosse furono registrate a Mirto, Al– cara, Caronia, Lipari, Patti e Mi– .stretta. Nelle prime tre località l'or– -dinc non era - come testimonia il Butta nel suo libro di viaggio - ancora ristabilito nel mnggio 1861. A Lipari fu necessario, in ottobre, l'invio di 40 carabinieri che risuha– rono insufficienti per cui il gover– natore Ugdulena dovette domanda– re l'autorizzazione per l'invio di al– . tri 30 insieme però ad' « un alto commissario di mia fiducia che a– scolti anche i reclami del 1>opolo, tante volte partendo da giusti mo– tivi » (IO ottobre). A Patti ed a Mi. stretta i « disordiui anarchici » e la «continua anarchia» dell'agosto 1860 erano dovuti - secondo l'opinione dei locali governatori - all'esem– pio di Bronte. In provincia di Palermo scoppia– vano tumulti a Corleone, Monte– maggiore, Altavilla, Parco, Mez– zoiuso, Sciara, Prizzi, Cefoli1, Gau– gi, Capaci e Piana dei Greci. A Corleone i contadini smettono il lavoro per obbligare i conventi e · gli altri proprietari laici a ridurre gli affitti delle terre a colonia par– ziaria, ed il raccolto (siamo in set– tembre) è compromesso. L'agita– :iione - il governatore Paternostro parla di ammutinamento - durò fi. no ai primi di ottobre e fu natural– mente accompagnata da furti di rac– colti, di concime e di bestiame; al. cuni proprietari di ex-feudi venne– ro minacciati di vedersi invadere le case onde distruggere i contrat- , ti di afTitto se non avessero accet– tato di ridurre le gabelle. A causa della presenza, dal mese di luglio, di una banda di sessanta individui sui monti della zona, le autorità di Corleone non osavano condaonare gli agitatori e per questo, « in nome dei buoni cittadini )), chiedevano a Palermo dei rinfor-.d per poter ar– rivare a fucilare <1uaiche elemento estremista e dare così un esempio. Il 17 settembre il locale comando mihtarc provvedeva allo scioglimen– to della Guardia Nazionale perchè « composta da individui apparte– nellli alle due fazioni in conflitto e perciò inu1ilizzaLilc ». A 1\fontemaggiore la rivolta per 625

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