Volontà - anno XIII - n.10 - ottobre 1960
della stessa evoluzione e dello stes– so accrescimento dinamico delle ric– chezze prodotte. Ripetiamo, controvoglia; oppnre anche con un certo compiacimento - anzi talvolta cou una certa impo– sizione giuridica - come <1uando concede qualche cosidetto diritto civile (si pensi, ad esempio, alle sto– riche costituzioni o al diritto-dovere del voto) per la ragione che di so– lito lo concede quando tale mezzo ha perduto, o quasi, la sua effica– cia; poichè ogni diritlo concesso ai sudditi è sempre accompagnato da un contrappeso o da un controvalo– re atto a pareggiare il diritto che la classe dominante concede generosa– mente ai propri dominati; poichè sarebbe ingenuo il credere che la prima, francescanamentc, si spogli d'ei propri privilegi senza nulla chiedere alle forze inesauribili del lavoro. I popoli sottomessi agli attuali regimi socialisti (o sedicenti tali), poco piì1 o meno tirano innanzi co– me le popolazioni della democra– zia capitalista. Anche loro hanno i loro sacrifici, le loro noie e le loro tasse. II loro contributo alla vera civiltà ed alla effettiva elevazione umana, come media, si eguaglia a quella del mondo capitalista. Eque. sto pcrchè l'essenza del lavoro, in ultima analisi, non obbedisce ad al• cuna ideologia: esso ha le proprie leggi, le quali esprimono una sin– tesi di razionalità umana e di po• tcnu naturale. Ed è appunto su ta– li leggi che può effettivamente ba. sarsi un vero e proprio socinlismo ()elle comunità umane; inteso cioè non come pura dottrina, teoria-gui– da più o meno filosofico-sociale; bensì come razionale fattiva e in- 600 telligente convergenza delle azioni e del pensiero, ai fini di un totale benessere collettivo. Tutto il resto non è che volontà di dominio di uomini su uomini, di gruppi su ricchezze universali. La critica revisionista si ferma dum1uc alla superficie delle cose e deì rapporti sociali, se intende cri– ticare un socialismo che in realtà non è tale. MU d'altro canto il so– cialismo, nella sua integrale sostan• za, è ben difficile che possa scatu– rire dalla pesante ed immite strut– tura dello Stato; e perciò il comu• uismo, in quanto autorità politico• militare, non può avere troppe pre• tese di salvator-mrmdi. Deve natu– ralmente prèvcderc le condizioni e le conseguenzt! che sono proprie del– le azioni di ogni potere politico-mi– litare. Per questo il socialismo pre~ teso dalle dittature rosse, ammesso che esista la buona fede ed una cer• ta volontà di attuarlo, deve conti– nuamente procedere per infidi sen• tieri, sempre in pericolo di preci– pitare nei baratri della storia. Sentiamo già l'accusa di essere de– gH iug(;nui, e l'obiezione che Ja sto– ria non si fa coi complimenti nè con le frasi patetiche. Può darsi; anzi in un certo senso siamo convinti l'nchc noi che sia così. Ma siamo ahreuanto convinti che il socialismo sarit fmtto dei valori umani e na– turali saggiamente e razionalmente coordinati, indipendentemente d'a ogni ideologia politica e religiosa. E cii{!'iamo pure naturali, in quan– to an<'he le cose c'impongono una c~rt11 rnzionalità cd una particola– re rni;,;ezza, Ma intendiamoci bene: non nel
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