Volontà - anno XIII - n.10 - ottobre 1960
lontà degli uomini, ma pure la pres– sione delle cose, l'urto incessautc delle nostre stesse creazioni mate– riali e spirituali, del nostro stesso lavoro, in quanto mondo che conti• nuamente si espande e che in certo senso si rende autonomo. Servitore e padrone ad un tempo, il mondo delle cose si pone con mm conti– nua e complessa problematicità; ma .al tempo stesso con ampie possibi– lità di sviluppi, di risoluzioni, di possibili e sorprendenti trasmuta– ~doni di valori. Il revisionismo trascura questi Ia1tori: lm1ciate le sue frecce, esso si ritira nelle solite trincee; tacita– mente, finisce coll'accettare i fatti e le condizioni già compiute da se– coli, le nefaste cristallizzazioni e i soliti metodi millenari che finisco• no sempre col condurre agli stessi errori, al ripetersi delle rovine. Il comunismo è pii1 sicuro di sè, o almeno lo sembra. Ma tale sicu– rezza non è Lene precisabile, in 4-lllanto non si sa se è basata sulla pura dottrina, oppure su di una sor– ta di presentimento circo il valore delle cose 1 come mondo che preme continuamente sulla volontà umana. In altre parole, che l'avvenire del– l'umanità dipenda esclusivamente dalla presunta bontà del sistema co– munista in quanto tale, oppure che sia assolutamente necessario tener pure calcolo, con la massiìna atten– .zione, anche del!' im(Jrevedibilc a– zione del mondo esterno, delle com– plesse imposizioni di tutto il mondo mntcrb.le e iu1cllettivo che conti– .nuamente sorge dal lavoro, da quel grandioso binomio uomo-nnlura spesso così male interpretato cd al– trettanto spesso irrazionalmente go– vernato. In questo secondo caso sat·cbbero naturalmente inevitabili deviazioni o particolari compromessi. In realtà p~~~iamo già dire che sono già in atto tali compromessi; ma si tratta quasi sempre di copie sostanzial– mente ideutiche a quelle del mondo avverso che vorrebbero debellare; c·ioè copie prettamente borgl1esi. Allontaniamoci subito da. ogni e– quivoco. Se un giorno il mondo ver– rà permeato di vero socialismo, nes– sun dubbio si può esprimere circa lo scongiuramento di ogni guerra. In tale senso i revisionisti sono nel torto. Il problema però è quello di sapere se la storfo in atto è vera– mente diretta, più o meno decisa– mente, verso una simile meta. Per i marxisti-leninisti non esisto• no dubbi. Ma i revisionisti, basan– dosi sul massiccio capitalismo di Stato proprio cli ogni comunismo politico - il quale non farebbe al– tro che spostare l'« cc1nilibrio d'egli egoismi » verso altri settori - so– stengono che i dubbi esistono. E in questo senso possono a,,crc ragione. Il pensiero anarchico vuole anda– re un pò piì1 a fondo: dice, senza tante circonlocuzioni, che se aspet– tiamo che il socialismo ci venga of– ferto dallo Stato in quo.nto tale 1 o.– vrcmo da aspettare un bel pezzo. Tuttavia uon è detto che talvolta il potere !Statale non possa concedere qualche lembo di effettivo sociali– smo; ma è bene ricordarsi che "Vie– ne concesso sempre contro voglia: pressato in parte (ma non troppo) da intelligenti e razionali azioni del– le masse lavoratrici; e in parte dal– l'urto incessante e indeterminato 599
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