Volontà - anno XIII - n.10 - ottobre 1960
la ~uerra ·e la lotta di classe, e che si trath1 soltanto di ropporti di for– za, l·C'r così dire, meccanici; cioè semprl" pronti ad entrare in gioco in qualsiasi tempo e in qualunque so– cietà; sia questa fregiata dalla cro– ce di Cristo, dalla falce e il martel• lo o da qualsiasi altro simbolo. Sappiamo invece che per i mar• xisti•lcninisti la possibilità di aho• lire )(' f,ucrre è streltamente legata al ujonfo del comunismo. ln fa\'ore della tesi di Kardelj - almeno entro nu certo senso - si può iwbito osservare che il capitali– s1~0, nPl fare le guerre, naturalmen• te attinge sempre e qua~i totalmen– t<'. dall'inesauribile miniera del po– polo proletario; cioè proprio daU'e• lemento che in tempo di pace, po– co o tanto, gli è sempre ostile. E quc~Lo~ in particolare, clà ragione a Ka1d<'lj, circa la sua asscn:ione Ji non vedere alcun iegame tra le guetre e la lotta di Cll'-SSC. In altri termini, le pnrticolari lotte di clas– s.e interne di una data nazionP., si mettono automaticamente a ta.. :P.re non appena scocca la dichiarazione di guerra, per esplicarsi soltanto - finchè la guerra è ln atto - come un rapporto di forza puramente mec– canico, valido in ogni tempo e per ogni società appunto perchè anoni– mo; nel senso che non ha finalità perfettamente definite, trattandosi, in ultima analisi, di un urto di e– goismi indeterminati, più caotico che perspicace; e la prova più evi– dente di tale indeterminatezza è ap– punto il fallo che, dopo un certo periodo di pace, si finisce col rica– dere nei medesimi errori e nelle medesime tragedie. Scrive la Pravda 1 : « Ma una cosa è il rapporto di iorze nell'epoca in cui il capitalismo era l'unico si– stema mondiale e un'altra cosa è il rapporto di forze nell'epoca in cui è avvenuta una scissione del mon• do in due sistemi, quello capitali• sta in declino e quello socialista che avanza. I mutamenti dei rapporti di forze in altra epoca avvenivano in seno 11I capitalismo, provocava• no la divisione del mondo in bloc– chi capitalisti antagonisti e lo sca– tenamento inevitabile di guerre di rapina. A qucll'e.poca Jn classe o– peraia era troppo debole per op– pon;i alle guerre ». Non \'ediamo, però, che per il fatto di dipendere da uno Stato co. munista, la classe operaia sia per questo divenuta più forte, nel senso di opporsi ad eventuali dichiarozio• ni di guerra. I distretti, le cartoli– ne precetto e il codice militare di uno Stato socialista sono esattamen– te eguali, nello spirito e nella ma– teria, a c1uclli degli Stati capitalisti. A questo punto, inevitabilmente, verremo tacciati di complici, sia j>ure indiretti, del capitalismo; co– me pure vengono considerati com– plici tutti i revisionisti del comuni. smo internazionale. E' un pezzo che sappiamo di avere unn tale com• pJicitù; e 1>erciò non ci stupisce l'i– nevitabile accusa. Vi è però una notevole differen• za dal senso in cui il capitalismo si compiace di tali appoggi (nel sen• so, cioè, di dichiarare apertamente che, fatalità per fatalità, meglio Sf•cgliere il meno peggio e soppor~ lare l'inevitabilità d'elle guerre sol• 1 Citata Jall'Unira Jel •i tetlembre 1960. 595
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