Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960
11ottomcssial Movimento del 26 luglio da eliminare ogni oppositore dalle direzioni sindacali. Si sono svolte numerose lotte per il controllo dei sin• dacati, Si produs&e una crisi violenta recentemente, senza che le fosse data alcuna pubblicità. David Salvador Manso che aveva combattuto ferocemente tutti coloro che si opponevano all'intrusione dei comunisti nei sindacati, fu eliminato. Ma i militanti sindacalisti sono eliminati più di quanto, forse, lo fo,-. sero nel precedente regime; gli organismi governativi intervengono nella vita sindacale come fosse la cosa più naturale del mondo. Così i ministeri hnnno «definito» i problemi d'orientamento e di direzione dell'Associazione degli artisti, della Federazione degli edili, del Sindacato dei ferrovieri della delegazione n. 2, ecc. La riforma agraria La rivoluzione fu essenzialmente un movimento contadino clirelto contro i latifondisti e in gran parte contro tutto il sistema della proprietà privata della terra. li suo scopo era di dare la terra ai contadini. Questo programma ebbe l'appoggio entusiasta di tulti i lavoratori, di tutti gli ele• menti liberali del paese. Af momento del trionfo rivoluzionario fu proclamato che la terra sa– rebbe data a coloro che la coltivano. Tuttavia la legge di riforma agraria affidava la lotalità della riforma all'lstiluto Nazionale (I.N.R.A.) ed è quest'organismo il solo che possa applicarla. Così. furono create le cosi• dette cooperative agricole che sono organizzate, gestite e dirette dai Tap• presentanti diretti dell'I.N.R.A. E' stato distribuito qualche titolo di proprietà indi\'iduale ma è una eccezione. In realtà il latifondo privato è stato liquidato, ma al suo posto è stnto creato un latifondo di S1ato. La libertà Nessuna legge è staia decretata dal governo rivoluzionario, nè per quello che concerne la stampa, nè per <1uelloche concerne la radio, così si può dire che legalmente non esiste nessun attentato aUa libertà. In realtà la situazione è diversa: da una parte le imprese editoriali e i giornalisti, che in un modo o in un altro avevano vissuto dell'aiuto eco• nomico da1ogli dai precedenti governi e dei quali l'eslrema tolleranza, se non In complieiti, verso i delitti e gli abusi, era il prezzo dei favori uf. ficiali, non hanno più nessuna autorità morale. Il loro nuo\'O silenzio con• tribuisce a creare una situazione altrettanto vergognosa. D'altra parte, varie pubblicazioni che avevano es1>resso il loro disac– cordo con le decisioni governative hanno visto la loro tipografia occupata dai lavoratori (o per lo meno è così. che la cosa è stata presentata). Gioma• 552
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