Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

mo considerare l'anarchiemo come precut80re dell'economia ecienlifica cd è inseparabile da queet'ccono– mia .... « Non abbiamo soluzione, nò nesnuno ce l'ha, per il grande problema economico esistente nel si&tcmnsaluriale. Oggi non vale ncs• sunn bauaglia ingaggiatu per l'au• mento del salario. L'unica aoluzio– ne è l'abolizione dello &tesso. Tutto il re1110 è illusione e disillu.8ionc. I Eindacalis1i non devono &tancani nella lotta per una migliore relri• buzione se vogliono prepararti per una I ivoluzione sociale. La gente de– sidera conservare i suoi impieghi ed i suoi snlarii, e \'Ì sono molti al– tri che aspettano detti impieghi an– che con un solario minore. O dimen– tichiumo il problema del imlnrio o ci aUogheremo nel marasma capi• talista e bolscevico. Non vi è altra ~luzione ». Quest'appello al sindacalismo è picuo di presagi. Non dobbiamo di– menticare tutto ciò che ha fat– to ingrossare le file aerate per fer– marci durante il cammino e, quello dte è piì1 g1·ave, deviare verso fina– lità che uon sempre corrono paral– lelamente u quella che è In finalità liberlarin per antonomasia: l'aboli– zione dello Stato! Un nitro passo che denota la gran– de visione di M. P. T. Acharya è quello che fa riferimento ad un « piano » che sia adatto per tutti includendo anche quelli ehe non condividono gli ideali libertari. Ne11sunn rivoluzione trionforù con l'imposizione fotta da una de1ermi– nnrn frazìone. L'unica vittoria efTet• 1iva è la persuo.tione, quella che pratica Vinoba Dhave tra i conta– dini della penisola, <1uella che ab– bracciano gli • havcrim » di Israe– le nel seno dei suoi •Kibbu1zim», <1uellache praticarono le colleuività della rivoluzione spagnola che pa– trocinavano l'ingresso volontario e decidevano gli obieuivi da seguire attraverso le assemblee genernli. M. P. T. Aeharya morl il 20 mar– zo del 1954. La 1ua compagno l'ne– va preceduto di quattro anni nello addio alla vita obbliga1oria di tut– ti i mortali. I suoi uhimi anni fu. rono di miseria. Il governo della liberu Jndia ri– conobbe i servizi, o per lo meno le intenzioni, di Snvnrknr, però, nean– che dopo morto Acharya ha ricevu– to un solo omaggio da parte del paese che tonto gli deve per la ti– tanica lolla intrapresa, dallo Ger– mania, dai Balcani e dallo Turchia per l'indipendenza dell'l.ndia. La congiura del ji/cn;io ammutolì le voci riveodicatrid e 1010 un pic– colo periodico di Alunednbad· gli dedicheri, delle brevi note, termi– nanti con una frase che cos\iluisce un terribile e J'nccuse » contro gli onnipotenti di Nuova Delhi: e Ora che l'India ha ottenuto Swarajya (indipendenza), Acharya, il vecchio combattente per la libertà ha esa– luto l'ultimo respiro nella più com– pleta po,·ertà »." VJCTOK GARCIA ai « Kumar • 11iu1110 195,4. 549

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