Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960
5) Formare e mantenere una bi– blioteca ed editare un periodico Ji. bertario; 6) Adottare tutti quei mezzi che possono incrementare e raffor– zare gli obiettivi segnalati. La deviazione fatta, posteriormen– te, da Lotvala che si proclama « po– litico in politica e libertario in eco– nomia» nell'intervista di Dcolali, a duecento chilometri da Bombay, è il conseguente risultato di essere stato raggirato da elementi opportu– nisti dopo la morte di Aeharya. Certamente è anti comunista, pe– rò è apertamente seguace di Stuart Mili: «l'offerta e la domanda rego– lano le atti,,ità economiche meglio che qualsiasi sociafo:zazione, nazio– nalizzazione o pianificazione». Lot,,ala ormai senza Corze (conta pii1 di ottantaquallro anni, che C una eccezionale età per l'India) ha abbandonato Bombay per rifugiarsi OP.I romitaggio dal benefico clima di Deolali. L'« Istituto Socialista Libertario » continua a funzionare. La sua bi– blioteca pubblica, installata in una delle strade principali di Bombay, è sempre piena e nella sua ampia sala si tengono conferenze settima– nali piene di interesse. « The lndian Libertarian » continua ad apparire editato dalla figlia di Lotvala, Miss Kusum. Si pubblica, inoltre, « The Liber• tarian Quarterly » trimestralmente, che può essere considerato un por– tavoce economico piit che sociale. La Casa Editrice di Lotvala « Li– bertnriau Book House » provvede a pubblica1·e le più ibride edizioni dovute all'influenza degli opportu– nisti infiltratisi nell'organizzazione. 548 Ed è cosi che si pubblica un perio– dico mensile: « Co-operative De– mocraey » insieme ad alcuni fogliet– ti chiaramente politici « made in U.S.A. ». L'ultima volta che sentii parlare di l\f.P.T. Acharya, prima di andare in India, [u in Giappone. Yamaga lo stimava molto e si erano scritti fino all'ultimo momento. La sua morte arrivò fino a noi, in America ed in Europa, che l'avevamo cono– sciuto attraverso j suoi scritti. La sua opera pii1 importante è, senz'altro, « Mutualism ». La visione di Acharya era estre– mamente obiettiva e sembrava im– propria, per un indostano, per lo eccesso della fase economica di cui sempre era rivestito. Nel 1951 la « Free Society Group of Chicago » pubblicò un eccellente lavoro di Acharya: « How Long Can Capita• lism Survive? >, (Quanto tempo può sopravvivere il capitalismo?). In 18- le lavoro l'A. analizza magniJìca– mente la situazione del capitalismo, il privato e quello statale, includen– do anche la Russia nel sistema del salariato, e si esprime testualmente: « Anarchia ed anarchici devono es– sere preparati con piani scientifici e possibili. Per gli anarchici, anar– chia è sinonimo di economia scien– tifica e per tale economia le condi. zioni anarchiche, cioè l'assenza del– lo Stato, sono essenziali. Però noi dobbiamo formulare un piano eco– nomico e sociale per il bene di tut– ti. Un piano che sia accettabile an– che da quelli che non siano anar– chici. Il nostro programma non dob– biamo presentarlo come un pro– gramma anarchico, ma come un pia– no di economia scientifica. Dobbia-
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