Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960
dalle molte cittù. Cakutta compete con Shangai per il second·o posto, dopo Tokio, la città pili popolata dell'Asia. Dopo aver sofferto lo sventramen– to del suolo dovuto al fanatismo re– religioso dell'islamismo e dell'in– duismo e aver perduto città impor– tanti come Karacbi, Lahore, Hyde– rabad, Dacca, Chittagong, tutte ubi– cate nell'attuale Pakistan, l'India politica contemporanea conta città mastodontiche come, a parte Cal– cutta, Dombay, Delhi, Madras, Lu– cknow e Hiclerabad (Decan). La trilogia che, come abbiamo detto precedentemente, ha manteno• to la coesione dell'Indostan con maggiore efficacia dell'induismo: villaggio, famiglia ed agricoltura, tende a sgrctohi.rsi. 3. Le radici libertarie in India In India, se si vogliono cercare le rndici libertarie, bisogna andare nei ,,illaggi e tra i contadini. Come detto precedentemente l'in– diano si è liberato dal colonialismo per darsi anima e corpo al nazio– nalismo. Il « Congress National Party » diretto da Jawaharlal Nehru, onni• potente ed assolutista, ha avuto il tempo ed' il modo sin dalla sua fon– dazione nel 1885 - oh, paradosso! da un inglese - di preparare una corrente politica nel seno della co– lonia che ne fa l' artefice assoluto dei destini dell'India: quasi veuti milioni di aderenti contro due mi• Honi di seguaci del Partito Comu- nista che è il secondo (come impor– tanza) movimento polit.ico.' Il Partito NnzionaJe del Congres– so riportò, alle elezioni, un stlffra– gio popolare del 90% dei voti. La figura del Pandit Nehru sta sempre alla sommità, quasi come il suo pre– decessore H Mahatma Gandhi, an– che se negli ultimi anni la sua pn– sonalità era un pò in declino. Nelle città, poi, la corrente poli– tica monopolizzatrice è la naziona– lista, che tende n dividere, salvo ec– cezioni, tale primato con il Radica– lismo Umanista che, senza alcun dubbio, rispecchia più fedelmente il pensiero di Gandhi dello stesso Nehru che non disdegna di sfruttare il titolo di «discepolo del Mal1atma». Il Radicalismo Umanista nasce, in India, dal più gran paradosso che il paese possa offrire: basti di– re che M. N. Roy, membro del Po– litburò e uomo di fiducia di Mosca, fu l'organizzntore, insieme con il giapponese Seo Katayama, della maggior parte dei partiti comunisti dell'America Latina, dal 1919 al 1922. M. N. Roy, che potrebbe occu– pare, in Asia, un posto come quel– lo di Mao-Tse-Tung, se non più im• portante, dopo aver militato per nnni nella massima organizzazione del partito comunista, si separò da esso, rischiando la propria vita, per fondare il partito radicale uma– nista nelle cui fila militano uomini estremamente interessanti che rap- 7 Queste cifre dimostrano, di fronte ad uua popolazione di 380 milioni di abitanti, l'esigua percentuale conrrollata dai puliti politici io Indi&. 531
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