Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

mo aveva proclamato i diritti del– l'uomo, il secolo attuale proclamò i diritti del fanciullo. Lo stesso non può dirsi della pe• na <li morte per i reati criminosi la quale, come abbiamo visto, non ha compiuto in alcuni popoli, un'evo– luzione benefica e quindi resta scm• pre a soddisfare wi senso di ven– detta spiccatamente personale, rea– lizzata nella idolatria dello stato; sentimenti, passioni, paura l' ali– meniano e la giustificano; in tal modo quella che dovrebbe essere legge santa, risolutiva di barbarie e di arretrotezza, risale ancora piena di spine a tormentare una delle migliori conquiste del progresso mentale dell'uomo vivente nello stato. L'adozione e l'applicazione di <1uesto tipo di pena rassomigliano ai tempi d'oggi, all'esistenza ana– cronistica dei dinosauri, esseri mo• struosamentc strani che vissero cen• tiuaia di milioni d'anni fa: inuna– giuiamo che spettacolo orribile e bizzarro e fuori posto sarebbe il vedere quei mostri, già ricostruiti dalle deduzioni della scienza, Jun• ghi venti, trenta metri, abitare an– cora la superficie della terra! Se la pena di morte, applicata contro chi ha realmente commesso criminalità, è ingiusta in quanto non soddisfa la ragione ma un sen• timentalismo portato sul piano giu. ridico, cosa occorre dire nei casi in cui la vittima, innocente, ma rea presunta, per un cumulo di cir– costanze contrarie, non riesca lì per Il, a provare al giudice la 1nopria innocenza e l'esercuzione materiale viene egualmente eseguita? Questo tipo di giustizia <1ual idolo placa? La pena capitale {u anche il ri– sultato d'un complesso di pregiudi- zi e superstizioni: sono ancora cal– de alla memoria della storia le vit– time consumate in epoca non molto lontana, in cui uomini e donne, so– spette ed accusate di stregoneria pagavano con la propria vita un tri– buto a dei fantasmi esistenti solo nella mente depauperata e illusa degli uomini. Fortunatamente anche le streghe sono state spazzate via e qualche residuato non ha più le conseguenze d'una volta. Il bovaro di massaro Turi può girare a pia. cere durante la noue in compagnia delle nonne e incutere 1rnura a Scurpiddu quando ne voglia, sicu– ro di non essere arrostito sopra un rogo come una grossa bistecca. Anche la filosofia pagò col sangue l'insana voglia del potere di epoche passate: però la tazza di cicuta con cui si concluse la tragedia « epica » di Socrate e la legna arsa in Campo dei Fiori che completò la tragedia « lirica » del Bruno, fruttarono alla umanità un intero patrimonio tanto fecondo e tanto ammonitore che nessun politico e nessun prelato o– serebbe ormai f>ronunziare una sen– tenza di morte allo sco1>0 di im– pedire il )ibero corso del pensiero. Il « corruptio unius gcncratio alte• rius » ha un valore assolutamente vero e proprio con estrema rarità esso si ripete laddove i popoli sal– gono senza finzioni l'effettiva scala d'ella civihà. Infine c'è da domandarsi se que– sta pena così inumana riesca vera. mente di monito ai cittadini da in• durli ad e,•itare ulteriori ricadute in atti di grave criu1inalità. In que– sto c'è proprio da dubitare perchè il ripetersi dei delitti gravi negli sta– ti nei quali è in vigore la pena ca- 523

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