Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

va da innesco, nltrimenti l'idrogeno non potrebbe es1>lodere. Tralasciando l'esposizione di ta• belle o di dati tecnici, che non in– teresserebbero a lettore, diciamo che lo. puli::.ia della bomba dipende d11I tiJ>o di montaggio al quale vie– ne sottoposta. Col piìi raziouo.lc di tutti viene bensì eliminata la ra• dioa1tivitì1 della H. ma non si può eliminare <111elladella bomba d'in– nesco, cioè dell'uranio necessario J)Cr far reagire l'idrogeno. Questo del resto è stato confermalo da WJa dichiarazione pubblicata dalla FAS (Federation o( Americau Scientists); e d'altra J)artc da una relazione pubblicata dal Comitato misto del congresso per l'energia atomica de• gli Stati Unili. Notizie di carattere scientifico conformano che la bomba li « puli– ta » costruita dagli americani ha la potenza di 1 megaton (equi,,alente ad un l milione di ton. di tritolo) e il suo innesco è costituito da una bomba atomica di 40 chiloton (ec1ui– valcn1i o. 40 mila ton. di tritolo). Questo significa che la bomba in• ncsco può emeuere un quantitativo di veleni 'radioatt.ivi pari al doppio di quello emesso dalle bombe lan– ciate su Hiroshima e Ncgasaki. J. noltre facciamo osservare che le au– torità americane non parlano di in– volucri ntli a non far generare isò– lopi radioattivi. Questo vuol dire che anche le H « pulite » sono ge– neratrici di forti c1uanti1ativi di neu– troni, i quali una volta assorbiti dall'azoto atmosferico, questo viene a 1rasformnrsi nell'isòtopo rudioat- 1ivo carbonio-14; elemento perico– losissimo, specie per le future ge– nerazioni; . in quanto il carbonio rapprcsenrn un elemento indispcn- 506 sabile per tutte le specie viventi. Il carbonio-14 ha una vita media (cioè un potere attivo) di oltre 5000 armi; periodo piì1 che sufficiente per an– nientare l'intero. vita di tutta la terra. Accenniamo pure ad un nitro pro– cedimento tecnico il quale, una volta realizzato, permetterebbe di costruire bombe cffettivnmerHc «pu– lite» al 100%. Per far reagire l'idrogeno (e que– sto anche per scopi pncifici) nei reattori nucleari attualmente in fa. se di s1udio 1 si pensa di ragsiuuge• re tali enormi temperature (·ompri. mendo gas di deuterio (in stato <li alta rarefazione) mcdianlc l'azioue di potentissimi campi elettromagne– tici; cioè con l'uso di scariche di corrente dell'ordine di milioni di amper; e questo eliminerebbe la necessità di far reagire l'urani.:, o il plutonio per ollenere le necessarie e altissime temperature di reazione H. Corn'è comprensibile si tr3tte– rebbe di eorreuli elettriche vera. mente fonnidabili, ma che allo ~la– to attuale della tecnica non si pre– sentano realizzo.bili. Comunque, an– che se si polranuo realizzare, se– condo il parere di diversi scienzia– ti, sarà cstrcurnmente difficile che :;i possa arrivare a costruire generato– ri di corrente così formidabili, e che al tempo stesso siano così pie• coli da essere inclusi in una bom– ba trasportahile. 11 La morale di questa favola al– quanto triste, in poche parole pos- 11 Conf.: F. Di Pasquan1011io • • L'e• nergia nucleare ,. . Milano. 1958.

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