Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960
]imenio atomico tedesco, ad una pretesa « non collaborazione » o ti: dopJ>io gioco » da parte sua e da parte dei suoi colleghi. Dalle sue testimonianze scritte 2 si deduce che i politici nazisli non ebbero la dia– bolica intelligenza di afferrare su– bito rinq>ortanza dell'energia ato• mica; anzi Heisemberg inizia il suo articolo facendo osservare che go– ,·crno ed enti pubblici, nel periodo compreso Ira gli anni 1933-39 dimo• strarono uno scarso interesse per i problemi della fisica nucleare; e in definitiva il (allimento atomico del– la Germania ebbe luogo per un com– pleSBo di cause tecniche, di materie prime o d'insuffieienze 1eorico-scien- 1ifiche; ma non per deliberato sa– botaggio da 1>ar1edei fisici; ancf1e se, in campo scientifico, vi fu real– mente <1ualche punta moralmente aV\'ersa alle barbarie naziste. Scru• poli che, d'altronde, non avrebbero avuto la fona d'impedire la costru– zione dell'atomica, se realmente si fosse presentata la pratica possibi– lità. Basta pensare che se g1i scien• ziati nazisti, finita la guerra, si po• sero imhito al lavoro in favore dei loro ex nemici, figuriamoci se non avranno tentato tulle le possibili1ù in seno al loro popolo. ono tulli sofismi quelli che pre• tendono una distinzione tra senti• menti umani immersi in una con• dizione di guerra e sentimenti natu– ralmente meno barbari che diffonde un'epoca di pace; così come se, a 2 \V. Hciscmberg: « Rcsenrch in Cer– many on the Tecnical Applic111ion or Ato• mie Encrgy » - Natune, 19--17(In lingua 1ede1u 11ell11 rivi~ta • Oie Nntur wiuen schifren »). guerra finita, sparissero per incanto - come allo svegliarsi da un sogno angoscioso - tutti gli orrori e tutte le pressioni psicologiche e ideologi– che che signoreggiavano durante il conflilto. Gli uomini sono sempre quelli, finchè non si estir1>cranuo defioiti– varnente le radici che col tempo fi. niranno col riprodurre i medesimi frulli velenosi e gli stessi orrori. In definitiva la colpa è di tulli: sia della pazzia dei governanti, come della passività o della rassegnazione dei sudditi. Ritornando alla nostra domauda– problcrna, e facendo nostri alcuni coucctti di Berlrand Hussell circa l'eterno problema del disarmo uni– versale, J>Olremmo affermare che il trio Einstein • Srilard • \Vigner fece male a mettere in allarme i politici statunitensi; anche se efTeltinmen– te fossero stati fondati i sospetti cir– ca l 1 at1iviti1 atomica da parte tede– sca. Sappiamo che Il. Hussell, di rron– te al problema del disarmo, ha po– sto una tesi paradossale, che sostan– zialmente ha questo senso: se i so• victici non intendono disarmare, @enza chiedere alcuna condizione o garanzia incominciamo noi occiden- 1ali a distruggere efTeuivamente tut– te le nostre armi. Una volta compiu– to integralmente un tale gesto, qua• li mai saranno le conseguenze? B. Hussell formula due ipotesi: o che i Russi/ incoraggiali e sorridendo J Diciamo i Jfu.ui, intcmleudo I:. « ,·o– lontù di potena:a » di una data claue do– minnnle; poichè è ovvio ('he l'operaio o il contadino, in quanto tali e in quan10 499
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