Volontà - anno XIII - n.5 - maggio 1960
se ed americano e significa d'are al. l'ordine sociale maggior garanzia di stabilità e di equilibrio. Sotto l'in• segna dell'apertura a sinistra non v'è nè socialismo e nemmeno il più pal– lido riformismo, ma aoltanto il ten– tativo di far prevalere sugli interes• si esclusivistici dei monopoli le esi– genze di equilibrio e di sviluppo di tutta la società capitalista. Dietro ta– le apertura decantata con accenti so– cialisti non v'è che la scelta di un capitalismo illuminato e per di più guidato da un partito cattolico rin– saldato da una maggioranza stabile. La gravitazione democristiana verso la soluzione di- sinistra è comprensi• bile <1tiando si pensi che il suo con– giungimento con le masse socialiste oltre a dare una base granitica al– l'ordine borghese darebbe anche u– na sicurezza enorme al potere eccle– siastico sulla società, appoggiandolo su di una maggioranza politica che 11011 teme pericoli. Le gerarchie ec• clesiastiche rifiutando una tal vantag• giosa soluzione offerta dai loro e– s1>erti politici hanno dimostrato di non saper vedere al di là del proprio naso e dei propri pacchetti azionari. , Questi sono i termini deJla lotta politica in Italia: l'alternativa non è più fra riformismo o rivoluzione nè fra conservazione o riformismo; essa è oramai ridotta alla scelta fra conservatorismo e involuzione. Fine di una illusione Ci pare che la crisi trascorea e non ancora risolta nei suoi quesiti essen– ziali abbia detto anche una parola <Conclusiva sulla pretesa vocazione democratica e progressiva clel par– tito cattolico. È da quindici anni che tutti i partiti socialisti e democratici affidano la realizzazione dei loro programmi alla compiacenza demo• cristiana. Ad incoraggiare questo atteggiamento furono il pronuncia– mento democratico della Chiesa du– rante e dopo la disfatta fascista e poi il pronunciamento sociale con organizzazioni rivendicative di mas– sa. E' chiaro però che la Chiesa fu trascinata su queste posizioni dalla forza di avvenimenti esterni. Il mo– vimento antifascista non fu dovuto alla sua iniziativa ma al suo adattar• si ad una realtà nuova per non esser• ne esclusa. E così il movimento ri– vendicativo delle masse era già in at– to quando essa vi aderì per scinderlo e svuotarlo da minacce estremiste. Quando viene a cessare la pressione di fatti esterni irreversibili la Chie– sa viene risospinta dalla sua intima vocazione autoritaria ed assolntista verso le posizioni più retrive che i tempi permettono. Pretendere oggi ch'essa debba rivolgersi d'a sè ad as.: sumere l'iniziativa e la guida di un programma sia pur timorato di ag• giornamento delle strutture econo– miche e sociali è un errore politico inamissibile, come è una inamissi• bile illusione appellarsi per tale ri– soluzione alla sua base popolare. Che bisogna tener conto di queste masse cattoliche che si muovono sul terreno delle rivendicazioni e de1la libertà è vero, ma è altrettanto vero che nella· più autocratica <lelle chie– se e delle organizzazioni, queste masse non potranno mai avere il so• pravvento. Bisogna che l'iniziativa parta da altre forze come avvenne nel risorgimento, nelle battaglie so– cialiste e rivoluzionarie e nella lotta antifascista ed allora queste masse se la loro chiesa non saprà mettersi al passo sapranno scegliere tra l'oscu• rantÌ!-mo e la storia. Il fallimento delle speranze demo- 29.5
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