Volontà - anno XIII - n.5 - maggio 1960

In altri termini, la Chiesa pone nello stesso piano, ad esempio, la di– fesa naturalmente legittima che una tribù primitiva oppone contro l'ag– gressione brigantesca di un'flltr11 tri– bù, oppure la legittima difesa di una famiglia aggredita in piena notte da una banda di ra1>inatori, con una guerra di nazioni ove la « difesa del– la civiltà» - o altre idee del gene– re - non sono altro che pretesti o eufemismi atti a co1>rire ambi1.ioni od egoismi di ben altra specie. Tutto l'a~ticolo ciel padre gesuita A. l\fessinco, dà l'impressione di uno che intenda camminare su di uno strato di uova senza schiacciarne al. cuna. Si sforza di prescrivere quan• do è lecito l'uccidere e quando non è lecito. Tale prescrizione - come ]e due morali già accennate - può avere valide ragioni; ma solo ed esclusivamente ( quando l'azione è collettiva in senso sociale, cioè esclu– dendo le legittime direse puramen– te naturali) nelle contingenze stori• che che implicano vere e proprie libera,doni da schinvitù matcrinli e spirituali. È necessario spiegarsi bene e ri– manere ancorati alla concretezza della storia muaua, prima di dare un giudizio definitivo sull'obiezione di coscienza. L'obiettore, anche se è pervaso da un particolare senso mi– stico ,•erso la ,·ita - vale a dire che può anche non avere idee chiare o suCfìcientemente razionali circa il suo atto di rifiuto - non meri la eer• tamente nessuna condanna. Si intuisce abbastanza chiaramen• te il perchè di tale persecuzione giuridica. Le classi dominanti non sarebbero tro1lpo preoccupate se l'o• biezione di coscienza si presentasse solo come caso sporadico: loro, che conoscono bene il substrato malizio– so della ,•ita, temono soltanto che l'obiezione divenga un comodo pre– testo 1>ertutti quelli che non hanno voglia di fare il militare. Tuttavia, anche se l'obiezione avesse 1>erbase una simile malizia, è comprensibile che anche in questo caso vi sarebbe nulla di mortificanle. Hivelercbbe solo una cosa, apertamente realistica e priva di qualsiasi eufemismo: che J"obiezione di coscienu si rivelerà socialmente valida quando, spogliata da ogni mislicismo, diverrà senti– mento e .,•olontà connessi di intere collettività. Con questo non intendiamo di de– prezzare il valore morale del puro obiettore di coscienza. Tutt'altro: per il nostro 1>ensiero rappresenta sempre una cellula , 1 itale, principio di una struttura organica più pos• sente e più razionale. La società non 1mò condannarlo. Come essa sa de– corarmi al valore militare - anche se come pilota d'a,•ia1.ione ritorno dalla distruzione di un"intera cii• tà - deve ussolutamcnte Jascianni in pace se io non intendo indossare la divisa militare. Io non chiedo un 1>remio per lale mio rifiuto: chiedo soltanto di non ,•enire giudicato, poichè è assurdo condannare uno che non intende uccidere. Venendo sul terreno concreto del• la storia unutna, ci verrà fatto osser– vare che anche noi libertari ritenia– mo possibili contingenze in cui è irn1>licita la triste necessità cli ucci– dere: « appunto come riteniamo noi stessi - ci obietterà in particolare il pensiero cattolico - ed allora è inu– tile che vi ostiniale a difendere l'o– biettore di coscienza u. Siamo certnmcnle lontani dal !lC• 333

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