Volontà - anno XIII - n.5 - maggio 1960

(Sud 50%, Centro 97%, Nord 116%) e 49,5% dei bisogni in vitamina PP (Sud 57%, Centro 80% e Nord 85%). L'ulimentazione de.i Sardi è delle pili primitive e la razza sarda è ccr– tumeute la più sotto-aiimentatn d 'Irnlin (su 1.000 reclute della clas– se 1908 si sono registrati 168 rifor– mati - contro una media nazionale di 105 - e 279 rinviati, contro 163 sul piano nazionale). Dietro gli ac– t.:enti poetici che declamano la « grande frugalità » degli abitanti della Sardegna, si nasconde la gran– de miseria dell'Isola. L'alimento principale, e quasi esclusivo in certi periodi dell'anno, dello maggioranza d'ella popolazio– ne è il pane; il formaggio e la car– ne sono riservati alle classi meno di– seredate ed ai pastori 1n;oprict11ri. Il solo legume verde praticamente esi– stente è il carciofo. Sotto il nome di pane è compreso però anche <1uel « pane» di Baunei (e quanti Baunei non esistono in Sardegna?) che il professor Celli di– chiarò contenere il 65% di sostanze inorganiche, quel « pane » che in numerosi. villaggi dell'Oglinstra e del Nuorese continua ad essere fotto - come 150 anni fa, ai tempi del Lamarmora - con farina di ghiande e d'orzo mescolata ad un'argilla grassa. Della pura geolagia m pieno secolo ventesimo ed in Italia! Le conseguenze delle carenze aH– mc.ntnri che risultano da questa s1>e• cie di alimentazione sono state illu– tlrnte in una inchiesta condoua up– pena cinque anni fa nella provincia di Nuoro, e pili precisamente nei co– muni di Lanusei, Arzana, Cairo, Il– bono, Villanova, Villagrande, Dor• gali, Galtellì, Irgoli, Onifai ed Oro- 328 sci (per un totale di 30.000 abi1anti,. pastori ed agricoltori). Lu mediu calorico è risultata di 2.130, con un leggero aumento per le zone pastorali; carenza più o me– no pronunciate di fosforo, calcio e ferro. Naturale quindi è la frequenza degli stati anemici riscontrati: su 3.500 soggetti esaminati 2.793 hanno presentato un tasso di emoglobina in(eriore all'80% e 1.995 un nume~ ro di globuli rossi inferiore al tasso di 0.90. E parlando di sta1i anemici non possiamo che concludere esaminan– do quell'anemia acuta, accompagna– la da iuerizia, che è conosciuta sot– to il nome di « fnvismo ». Il « fnvismo », malattia prodotta– da un'alimentazione a base di fave (specialmente se crude e fresche),. ha internazionalmente la sua più alta morbosità in Sardegna e<I è pre– sente anche in Sicilia e nelle altre regioni meridionali. Nel corso di una inchiesta ufficia– le effettuata nel 1951, 244 comuni su 312 hanno denunciato la presen– za di casi di favismo sul loro terri– torio; la percentuale è del 70% dei comuni nella provincia di Sassari,. del 71 % in <1uella di Nuoro e del- 1'88% in quella di Cagliari. Il totale de.i casi cronici ammon– ta, ufficialmente, a 624 (la realtà t; certamente molto superiore, anche perchè tutti i comuni non hanno ri– tiposto), ma ogni anno l'epidemia nagionale colpisce circa 6.000 abi– tanti: in certi villaggi fino all'l% della popolazione. La mortalità (8%) può essere ri– dotta al 3% solamente praticando 1rasfusioni sanguigne ed ormonali. La gravità sociale di questa malat-

RkJQdWJsaXNoZXIy