Volontà - anno XIII - n.5 - maggio 1960
tità di farinacei ingeriti che fovori– seouo la produzione di acido fi1ico il quale rende insolubile il calcio e lnvorisce la sua eliminazione attra– verso le feci. CALABRIA, « La popolazione ca• labrese non ha mai usufrui10 1 anche in periodi normali, di una disponi– bilitì, alimentare richies1a da una sana alimentazione» • scrive l'au– tore di una interessante tesi sull'eco• nornia alimentare d'ella Calabria. Le disponibilità per il quinquen– nio 1946-1950 risultano infatti net• tamente inferiori alle medie nazio– nali: 97 chili annui di frumento con– tro 150, 3 chili di grassi contro 10, 2,8 chili di carne contro 10 chili; e <1ueste deficienze non sono che in piccolissima parte compensate com• merciahncnte, la Calabria essendo una delle regioni ad economia qua– si esclusivamente agricola e chiusa. Nell'interno della regione poi, que– sto dislivello si aggrava e l'alimen– tazione ac<1uista un aspetto ancor più primitivo nel quale abbondnno le castagne ed il granoturco. Nel 1950 si aveva un consumo pa– ri a 50 grammi di proteine, 20 gram– mi di grassi e 237 grammi di idrati di carbonio, ciò che corrisponde a 2.380 calorie giornaliere, di cui so– lo il 5,2% di origine animnle. SrcruA. Un calcolo delle calorie, che uno studente in medicina sviz• zero ha recentemente compiuto nel Cortile Cascino (uno dei <runrtieri piì1 poveri di Palermo), ha da– to una media che non arriva al– le 2.000 calorie giornaliere per un adulto (con punte fino a J.500); I' apporto di proteine, supera ap– pena il 50% del necessario. E' da tenere conto però ciel Cn110 che una J)artc rilevante di queste 2.000 ca- lorie deriva da bevande alcoliche che consumano rapidamente il loro alto valore energetico per lasciare il corpo completamente spossato. Men– tre un chilo di pane costa 150 lire, il reddito <1uotidinno non giunge al– le 200 lire per nbitunte. Le carenze di vitamine sono co– !l-tanti in Sicilia e l'iufoozia è, be– ninteso, la pii&colpita. Per la vitamina A il (nbbisogno è coperto solo per il 33% (risuha– to: rallentamento della crescita, de– bole resistenza alle infezioni e par– ticolarmente alla tubercolosi, gravi disturbi visivi). Per la vitamina D si arriva solo al 62% (risultato: beriberi e, spe• cialmente, anemie). L'avitaminosi D, è focilitata pure dallo scarso con– sumo di grassi delle popolazioni me– ridionali e dal consumo di pnne spesso troppo raffronto, il « pane scuro» essendo l'alimento corrente più ricco in vitamina 8 1 • Per la vitamina C i bisogni sono coperti per il 79%: nella regione classica degli agrumi si hanno così frequenti maniCestazion'i di scor– buto! Per In vitamina PP infme, la vi– lamina antipcllagrosa che trovasi nella carne, in Sicilia non si arriva al 55% del !abbisogno. Solo per quanto rigunrd'a la vita– mina D (antirachitica) il bisogno è assicurato, cosi come per tutto il Mezzogiorno, grazie all'influenza solare. SARDECNA.Con la Sardegna si tocca il fondo del baralro alimenta– re itali ano: 16% dei bisogni inCnn– til i in vitamina A (Mezzogiorno 30%), 37% della vitamina B (Mez– zogiorno 59%, Italia Centrale 89%, Norcl 107%), 17% della vitamina C 327
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