Volontà - anno XIII - n.5 - maggio 1960
Il sistema nel quale ciò deve compiersi non è certamente dei nostri giorni nè si può ora prevedere; ciononlilante siamo cert..i e non abbiamo ti– more alcuno di pigliare equivoco dicendo che la tamiglia attuale è desti– nata a scomparire per necessità di leggi economiche. Col regime della proprietÌl collet1iva dileguasi ogni differenza di classi e conseguentemente tutti i mezzi che la classe dominante impiega per reg– gersi. Lungi dall'aver interesse, la società, come oggi avviene, nd abbrutire l'operaio, farà tutto il possibile per renderlo istruito, perchè quando l'in– dividuo è interessato allo sviluppo generale della società, e {a consistere questo sviluppo in quello di tutti gli individui, procurerà con tutti i mezzi di conseguirlo. La L$tru:.ioue integrale, che metteri1 a disposizione della nuova gene– razione l'ultima parola della scienza, produrrà uomini, aventi la perfotla tendenza di sviluppare tutte le loro fncoltà fisiche e intellettuali. Lo Stato, l'esercito e la polizia, che oggi sussistono solo per la con– sen,azione dei prh•ilegi, scompariranno per mancanza di base e di oggetto il giomo in cui per la trastorruazione della proprieti1 non avranno più ra– gion d'essere. Lo Stato, che serve unicamente per garanzia della conservazione della proprietà individuale, si trasformerà nell'amministrazione d'egli interessi collettivi perdendo tutto il carattere di autorità che lo ·distingue. Ln religione, come isituzione sociale, scom1rnrirà, qualunque siano i meriti e le virtù che i segnaci attribuiscono alle loro rispettive religioni. e rivestirà un carattere privalo che non sarà pregiudizievole. V. Queste conseguenze probabili dello stabilimento della proprietì1 col• leniva, perdono il carauere di ipotesi per la seguente considerazione storica: Il regime della piccola proprietà individuale produceva emulazione, amore al lavoro cd una perfezione relativa alla produzione, ma la tratte– neva- entro limitati compiti e comprimeva le facoltà umane impedendo lo sviluppo morale degli individui e in pari tempo lo sviluppo sociale. Il regime della grande proprietà indh•idualc ha reso possibile l'appli– cazione delle scienza alla industria col mezzo dei grandi stromcnti del la– voro, ha sviluppalo in grandi proporzioni la navignzione ed ha co1>erto tutti i paesi di un'immensa rete di telegrali e ferrovie, fabbriche e manifatture meravigliose, ma ha creato il pauperismo, vera piaga sociale che deturpa ogni bellezza <lei quadro del progresso. è l'uno uè l'altro sistema ha potuto formare la base definitiva della socie1à perchè non polè conformarsi alle condizioni umane. Nel colletrivi.smo, la parte buona che contengono i due sistemi si com– binano perfottamente, cioè: l'emulazione, la laboriosità e l'interesse indi- 314
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