Volontà - anno XIII - n.4 - aprile 1960
gatQ pubblico è co,Megue11zt1 del1ll cauiva orgllni::a:ione. Fin d'ora si può presen1are la convenien::::aèlella decentralizzazione su bllse federali– sta con intervento diretto degli in• teressati (e qui Periés enumera esempi moli.o illustratiui ,lel danno che porta la cenualizza:ione nel go– verno degli ospedali). J sindacllti og– gi non ualgo,w come strumenti per risoluere il problema della />rodnt• tività; essi sono semplicemente or– gani di potere. Bisogna fame parte per lavorarvi alla base e non dal– l'alto. (Interrompe Prince per dire che 11011, bisogna aver paura dell'al– te::::::::a). In ,1ua11to alla polemica.L. Fabbri • Cappelletti sulla funzione delle Università, bisogna tener con– to che e' è differenza a questo pro– posito fra l'Uruguay e l'Argentina. Però anche irt quest'ultima ci sono possibilità nel nostro senso su ter– reno universitario. ll movime,ito no• suo non mobilita più grandi masse, · ma disimpegna una funzione impor– tante come fermento. Non bisogna trascurarne l'aspetto ricostruttiuo. Carnpos (un veterano del movi– mento): Si estende sul tema della degenera:ione della responsabilità rispetto al lavoro di una parte im– portante della classe operaia. Difen– de la "copartecipa.zio11e", intenden– dola com.e intervento operaio, tanto nella gestione di i,n,prese private, quanto nella colleuivi::a:ione dei servizi pubblici. J>ensa c/,e 11011, si debba irtcoraggiore la tendenza alla bassa produttività. Priclo (uru.gullyano): E' perico– loso far deriva.re la crisi dalla bas– sa produui1iità. Nell'Urug,iay, per esempio, il 11rocesso pnxluttivo fu rovinato, nel momento della prospe- 262 rità clai capitalisti, che i11vertiro110 i benefici non in un miglioramento dei mezzi <li produzione, m.a in im– prese speculative, antieconomiche d«l punto di vista dell'interesse co– mune, come la cosiddeua proprietà orizzontale (costruzione di enormi palazzi, a Montevideo, da vendere per appartamenti, fenomeno corre11- t.e i,t Europa, ma ,wovo nell'Ameri– ca del Sud). Dobbiamo premier par• te alla vita sindacale per avvicinarci "alla gente". E' 1m problema di re– lazioni umane, tanto nell'Argentina, quanto nell'Uruguay. E 11eidue pae• si bisogna studiare i rapport.i fra la ,:iwì. e la campagna. Ma. lo si.udi-Ode– ve essere accompag11at.o da reali.zza– zioni, d'accordo con le condizioni lo– cali. Per esempio, nell'Uruguay, è stato possibile creare vincoli tra la Universirà, i vari quartieri urbani, e i sindacati. Il quartiere è un'unità che va pre,ulendo ,ma fisionomia e wt'importanza speciale. [Qui biso– gna chiarire cl,e da molt.i <mni, mal– grado la su.a gioventù, Prieto formu parte di 1111a "com.unità", creata in 1111 .. quartiere povero, i,1, cui, lungi dall'isolarsi come le colonie comuni• stiche tradizionali, essa disimpegna una fu11.zio11.e di stimolo o, come si usa dire qui, fermentale. t: il /alt.o che 11e formino 1wrte vari lavoratori– stude,tt-i - cosa comune nell'Uru– guay, dove gli swdi so,w gra1uiti - contribuisce li mantenere i vincoli con l'Univer8ità. L. /.]. Ainsteiu: Bisogna vedere <Junlesia l' origi11e ,/ella bu,rocrazia, legata al partii.o che sta al pot.ere. Ogni go– ver,w in,troduce pi-lÌ impiegati di quanti possa mandnrne via. Ma noi ddbbiamo ri.co, ioscere la nostra. re– sponsabilità nella situazione attuale; la colpa non è tntta del governo; è anche della nostra inerzia. te man-
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