Volontà - anno XIII - n.4 - aprile 1960

far altro che credere, il che è piì1 fa. cile che pensare da soli, ma nello stesso tempo è la morte del pensiero libero. Lo stato agisce per noi e i cittadini non hanno che da obbedire, da seguire ... Queste due istituzioni, la chiesa e lo s1n10,sono state il giogo sotto il qunle l'umani1à ha dovuto restare, come in uno stato di schiavitù per• mancnte. Anzitutto la chieH si con• fonde con lo stato, precisamente co– me il Yecchio stato ecclesiastico, CO· me la Russia ove lo zar è nello stes• so tempo capo dello stato e della chiesa, come nel Tibet ove il papa buddistft, il Oalai Lama, regna 80• vrono. Con lo s, 1 iluppo del concetto di slat.o, <1ucsto si è emancipato e <Juindi ognuno de.i suoi poteri si ri– serva un settore di dominio parti– colare: lo stato quello civile, la chie– sa <1uello spirituale. Fu una specie di comp,romcsso, ma dei due {u sem– pre la chiesa <JUella che pre,•alse. Lo stato con il suo impera1ivo, tu devi, la chiesa con il suo, tu farai, violentnno la ragione umana, e tul• te e due non ll0SSOnoprodurre che degli schiavi che obbediscono e non degli uomini liberi come noi deside• riamo» 1 • L'anno seguente, al congresso di Parigi •. furono posti i problemi del Libero Pcn.siero e del Pacifismo, che a RHoconlo uffici111lcde.I Congrcuo di Rom111,20 Set1embrc 1904. Fetlcralion Jn. tc'!rn11ion1l dc la Librc-Pcnsèe, p111gg, 120- 123. • Rcwconto del Con1reaso di Parigi, 3 Settembre 1905, J)lg. 157, 242 formarono Poggetto del dibattito. Ricorderemo che questo problema era al centro delle preoccupazioni di N. da molti anni; egli combattè 0\'unque per fare triourarc un con• cctto positivo di lottn contro il mi– litarismo. Ecco ciò che dichinra,•a: «: Il libero pensiero ,,uolc che si pensi, che si ragioni, che si offrano degli argomenti e il rnilitari~mo vuo– le il contrario, non conosee urgomcu• ti ma solo armi di ferro e acciaio. Un essere che pensi non tratta con mezzi violenti, ma con argomenti. Federico li lo comprendeva bene, molto bene <1unndodiceva: se i miei soldati comi11ciasscro a pcmwre o a ragiouare nessun-Odi. loro resterebbe– nei nmghi. Cos'è dunque un'arma. tn? Una <'ollc,donc di persone sen– za pensieri, senzn volontà, 11;1 gregge di pecore che obbediscono ciecame.n• te al pastore, per timore del suo gran cane, e senza comprendere che ci sono dci cattivi pastori. Il principio del militarismo è il concorso forzato, ma che cos'è i[ concorso forzato se non un'altra ma– niera di disegnare la schiavitì1 e il dispotismo? E' un attacco diretto al– la civiltà. Una delle controversie pila cu– riose nel mondo è questa: ciascuno per sè biasima, maledice la guerra,. il militarisn10 e tutti insieme lo so• stcugono e lo mantengono. Si parla di pacifismo, ma è solo una parola_ Tuttj siamo dei pacifiSli, mn questo non ha alcun significato. I bilanci di guerra e di f1011evanno anmen– do sempre pii:1; le armate e le flotte si ù1gra11discono ogni nnno e se que– sto dovesse continuare, lu fine dovri, essere la rovina di tutti ... Si finge

RkJQdWJsaXNoZXIy