Volontà - anno XIII - n.4 - aprile 1960

seguenti parlicolari: « 1° tm quadro d'ufficiali e di milizie nazionali co– me iu Svizzera; 2° riduzione al mi– nimo dei bilanci di guerra; 3° sop– pressione delle ambasciate e loro so– stituzione con dei consoli che curi– no gli interessi dei loro concittadi– ni; 4° dichiarazione d'indipenden– za delle nostre colonie >L Sarà utile ricorda·rsi di queste con– clusioni per notare in sei,"llito l'evo– luzione che si produrrà nel Nostro, quando più tardi, nel congresso so– cialista internazionale, proclamerà la necessità dello sciopero generale per lottare contro la guerra. Ci tor– neremo. Il dubbio interiore non cessa di rodere le convinzioni di N. tanto pili che, risposatosi nel 1874, la sua seconda moglie morì anch'essa. Il pastore è padre di quattro figli, la sua Cede vacilla sempre più. Nella misura che questa fede se ne va, e– gli s'interessa sempre più delle con– dizioni di "ita d"ei suoi simili, 1>oi– <:hè, con giusta ragione, « allorchè si rinuncia al cielo· postumo, non resta più, all'uomo che pensa, che di ten- 1arc di fare della terra un cielo n. Il pastore N. predica dunque il ~ocialismo non senza cullarsi nell'il– lnsionc che la chiesa si apra sotto la spinta della questione sociale. Non capi\'a, come scriverà poi, « che la chiesa è uno strumento che le clas. si possidenti impiegano per impor: re il silenzio, grazie alle promesse d'un'eternità, alle classi po"ere e riconciliarle con la loro detestabile sorte n. . N. prosegue dunque il suo pasto– rato predicando senza appoggiarsi su nlcuu testo d·ella Bibbia, senza im– piegare la formula rituale 1>eril bat- tesimo, servendo la messa sem,;a par– tecipare alla comunione. I suoi fìgli. stessi non erano battezzati. Non si dovevn tardare troppo a persegui– tarlo. Si tenta di destit\1irlo, urn i regolamenti hanno una tale elastici– tà, che avrebbe potuto proseguire impunemente nella sua cttrriera, se lui stesso non avesse compreso la di– sonestà di mantenere rapporti con un'istituzione che serviva senza con– vinzione. Ciò produsse uno scandalo e certi benpensanti trovarono che il pasto– re si spingeva troppo innanzi. Una sorda collera covava presso certi par– rocchiani, mentre altri si acconten– tm·ano di trovare il loro pastore sor- 1>rende11te, poichè egli s'informava piÌI dei salari guadagnati, d'ella cari– tà elargita, delle difficoltà di vivere, che di sapere se si andava in chiesa, se i bambini erano stati battezzati, i-e seguivano il catechismo, se parte– cipavano regolarmente ·alla comu– nione. Il 25 novembre 1877, in un'allo– cuzione pronunciata f' pubblicata poco dopo in opuscolo, il pastore a– veva scello come tema: « Basta la re– ligione? Piit religione? n Questo ser– mone era ispirato al passaggio bibli– co (Rom. XIll, 8): « Gincchè. colui che ama gli nitri ha adempiuto alla sua legge». E' senza dubbio un sermone .socia– lista, nel quale risorge l'idea che Kant aveva avuto, cioè che l'idea di dio non può mai costituire un moti– \'O per l'azione morale e N. prose– guiva: « ... la religione dovrà ripor– si, radicarsi nella morale e non in– ''f'Ce assorbire, inghiottire la mora– le » Fu ben strano sentire esprime- 235

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