Volontà - anno XIII - n.4 - aprile 1960
della NATO, 1>crchè difondcrebbc un po' di libertà. E far pubblicare nelle riviste anarchiche articoli paci– fisti, sopratutto fondi d'intonazione esplicitamente, fondamentalmente non-violenta, è un poco difficile. Pensano ancora che si possano risol– vere i problemi sociali ammaz• zando, se del caso, o di quando io quando, capi, capoccioni e capetti; ma, quel che è buffo, in realtà pii, nessuno lo fa. Con questo non nego intcrtnnentc il loro punto di vista; poichè, se uno dei loro attentati contro Mussolini fosse riuscito, forse la storia sarebbe cambiata. Quanto ai comunhai, ormai, han– no perso tutto per istrada. Erano partiti, 120 anni fa, con un grosso bagaglio di distruzioni ideologiche e pratiche: niente proprietà, niente famiglia, niente religione, niente guerre; adesso sono militaristi CO• . me· gli altri, adorano anch'essi la bomba atomica, fanno le guerre per la difesa del socialismo. Reahà, per vero, non molto diversa da quella delle guerre di religione; solo che oggi (mussulmani e cristiani, prole• stanti o cattolici), tutti concordano nel ritenere troppo scemo annnaz– zarsi per un dio. Servizio militare: Ritengo validi tutti i molivi e tutti i metodi per e– vitarlo. L'obiezione di coscienza fon• data su una fede religiosa, quella basata sul sentimento cl' umanità, quella basata sul sentimento d'uma– nità, ecc. Nella pro1>agamla auuale per il militarismo e per la guerra c'è den– tro di tutto: è un miscuglio di clas– se, più patria più religione da una parte; di internazionalismo, marxi– smo, nazionalismo dall'ahra. Un pa• 228 stie/re da respingere in blocco, se si vuol cominciare a ragionare. Quan. do due ubriachi discutono (ra loro, diceva Tolstoi, è inutile cercare chi ha ragione e chi ha torto: bisogna cominciare a non far loro bere il vino, poi si vedrà. L'accettazione della guerra, o del servizio militare, da parte del sin• golo, è fondata sulla vecchia quanto (alsa affermazione che il singolo appunto non ha il diritto di giudi– care da solo del bene e del male. Gli si nega l'intelligenza delle co– se, e gli si ordina di ubbidire. Non è vero che assassinare gli altri per ordine di tcr-.d non sia colpa (e il processo di Norimberga, pur con tut– te le sue limitazioni, ha comincia– to a farlo vedere al mondo); anzi è più criminale che il delitto commes– so arbitrariamente da un individuo, per moventi propri. E' due ,,olte de– littuoso, è idiota, è doppiamente di– sonesto uccidere per ordine ahnii; lo prova, tra l'altro il fatto che il pi– lota che. sganciò la prima bomba a– tomica sul Giappone, sia impazzito. E' chiaro: si sentiva - ed è - re• sponsabile diretto d'el massacro di centinaia di migliaia di esseri uma– ni. Se glielo avevano ordinato, dove– va disubbidire. Questo è il punto più profondo di confine tra libertà e ser• vitti, civiltà e barbarie; e come sem• pre, solo il Jibero arbitrio del sin– golo 1>uòo deve decidere fra l'una e l'altra parte. La responsabilità è sua, non si demanda ad altri. La scelta è fra voler essere un uomo o accettare di diventare una macchina, a servizio di pazzi e incoscienti. Chi cede in questo punto accetta la sua alienazione estrema, diventa come gli altri e i peggiori; perde ogni di. gnità.
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