Volontà - anno XIII - n.3 - marzo 1960

termina,•ano immancabilmente con la completa loro assoluzione. Ed essi uscivano dalle carceri per 1ornare subito alla cospirazione e 1iprendc– re l'interrotto apostolato, guada– gnando un sempre maggior numero di proseliti e, quel che valeva piì.1 dei proseliti, rispetto e stima alle loro idee, che erano stale in llfin– cipio derise e disprezzate. La loro <propagnnda non era, gio– va ripeterlo, di sole parole, ma era anche di falli i poichè essi non ave– vano ancora !'arie di dirsi socialisti e di vivere borghesemente: ma pra• ticavano i loro princìpi nella vi1n 1)rivuta e :l\'rcbbcro c1·edu10 di di– :-ouorarsi se fossero andati a sposa– re dinanzi nll'ufficiale dello slato ci– vile, o se avessero stretta la 11111110 ad un prefetto, o se avessero preteso d'imporre in una riunione la Ioni volontà con la forza del numero o dcll'autoritì1 personale. Potrà da questo sforzo di antici– pare l'a11uazione dei loro principi, essere derh•ato scandalo alle <:o– i.cicnze timornte; potra11no anche le conseguenze di c1ues1a loro toncloua, cosi difforme da quella im1>0~1ndal– la morale u(ficialc, non c;;:,:cre s1ata l'empre eucomiabili e desiderabili. :Ma in compenso la forza di sugge– stione e di allrazione che <1ucinova– tori esercitavano er. 1 irresistibile; ed essi riuscirono in breve tempo a rendersi così l)Opolari da incutnc un vero terrore al governo, <-hedf"li– hcrò di debellarli ad ogni coslo. Il ministro Zauardelli f)l'oclamò alb Camera dei Deputali, :ill'indomani dcli' attentalo di Passanantc, ch<– gl' intcrnazionalis1i italimu erano tulli in carcere o in esilio. Dopo quell'a11cn1<1to, che non fu opera dcli' Internazionale, bas1ava che il re si recasse a visitare una cit– ti1, pcrchè gl' iu1cruazionalisti del luogo venissero immcdiarnmente cac– ciati in car<'cre insieme coi ladri e ron gli affiliati alla camera e alla mafia. La magistratura co1111)iacente im– bastiva i processi; e non osando rin– viare gl'impulati avanti ai giurati, che li avrebbero assohi, li rinviava avanti se stessa sollo l'im1lutnzionc di associazione di maHa11ori 1, e li condannava. La polizia compiva l'opera faccml'oli ammonire mentre erano detenuti e manchtndoli poi a clomi<·ilio cocmo. Verso il 1880 (non garantisco, sc1·i– vc11do in bcttu ques1i ricordi, !"as– soluta f'Satlczza delle date), Andrea Cosla, che aveva finito di sconturc in Franci~1 due anni cli prigione IJcr a– ver fauo p:1ne della sezione france– se clell'lntemazionale (vigeva allo– ra in Franci.i una legge che puuiva– la parteci1)azione a questa as!-ocia– zione), si accingeva a tornart! in lta-. lia, Sarebbe staia 1>erlui una nuova odis!-c.1: c.1rccrc, ammonizione e do– micilio coatto, e llOi eia capo. 1 Per raggiungere lo scopo ,li soHrnrrc gl'inlcrnazionali!li al gudizio tlei gh1r;1ti, 11011 bas1avn gabellare un'associazione po– li1ic11come associazione <li mnlfattori. ~rri– vcudo sentenze che rima11go110 ruonumc1110 ,J'i11f11111ia per la magistratura italiana: ma era necessario che la sezione d'accusa con– rcdcS!!e 1110111 proprio agli a«.usati il l,cne– fìcio delle cirroslanze allenuanli, affinchè l11 l)C1H1 a1>plicahile rie11tr:1Silc nei limiti della compclcnza ,lei giudici togati; e, man– ro a ,lirlo, and1c 11ucsto disonesto ripil'go \'('nnc adollato, 181

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