Volontà - anno XIII - n.3 - marzo 1960

Aumentano i medici Nel 1936 risultavano presenti in Italia 33.079 medici su circa •!3 milioni di abitanti (un medico su 1200 abitanti). Oggi la situazione è cambiata: 74.945 medici su una popolazione di circa 50 milioni di abi– tanti una meaia cioè di un medico ogni 665 abitanti. Così dicono Je stati– stiche, ma naturalmente omettono di aggiungere che ci sono paesi in cui raggiungere un medico è impresa possibile solo a condizione che il ma– lato non sia grave altrimenti farebbe tempo a morire. Il che significa che <1uesta è una distribuzione solamente ideale, non reale. Il fenomeno della concentrazione dei medici attorno alle cittit e ad alcune in parlicolare è tr0P(>0 noto perchè se riparli. Come della conseguente mancam:a di me– dici in tante altre zone, il meridione per esempio. Comunque sembrerebbe essere un problema di semplice distribuzione di <1nesto piccolo esercito di dottori - a fini salutari però: - ma eia noi bisogna rispettare il credo liberista del libero professionismo e cli conse• guenza il problema da razionale, si snatura in problema di semplice con• scrvazioni. Sulla rivista << Lavoro e sicurezza sociale » diretta dal ministro 'fogni è stato tra11a1n In questione di <1uesta « pleora medica )) e le sue possibili soluzioni. Sono stati intervistati membri importanti della cate– goria, tra i quali il proL Dino Bolsi della facoltà cli medicina e chirur• gia dell'università di Torino e l'on. Mario Cotellessa, presidente della com• missione igiene e saniti>. pubblica della Camera dei deputati. Dall'esamr, delle loro risposte si rileva una certa concordanza su tre J)unti: radicale riforma degli studi di medicina e chirurgia con l'introduzione di esami rigorosi di sbarramento, revisione de11e disci1>line fondamentali ecct.; nel quadro della riforma della scuola italiana; revisione dei rapporti tra mu– tue sanitarie e medici; infine svilu1}PO dei servizi di assistenza sociale sa– nitaria preventiva. In conclusione si ,•orrebbe limitare il nmucro dei medici ( anche se probabilmente gli studi effettivamente sono rimasti arretrali di fronte agii s, 1 iluppi della medicina). Ma è lo spirito quello che conta. Di fronte alla éoncorrcnza immediatamente si corre ai ripari limitando Ja possibili1:1 che questa svolge il suo compito. In realtà il problema rimane quello che era all'inizio. Ci vogliono ospedali, istituti di ricerche, a1?1bulatori ovunque essi siano necessari. Ma per (are questo non bisogna permettere che le nuove generazioni di me– dici si inseriscano come bottegai nelle pieghe del mercato. Chi sceglie que– sta funzione sociale - del resto non unica, nè retoricamente eroica -– de,·e acceuare anche di compierla là dove è necessario, speditovi da un centro coordinatore il cui unico fine è la salute pubblica. l\fa chi se ne preoccupa veramente? questa è la domanda da (arsi. 172

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