Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960
dosi di coordinarle semmai, invece di relegarle a un ruolo momentaneo ed effimero, di JHotestatari. Quando parliamo di competenza parliamo ilei tecnici e dei medici, soprntutto. All'inizio di queste ri– ghe al primo punto, abbiamo inse• rito quello che a parer nostro i.: il punto d'nvvio necessario. Sapere Co• sa è necessario all'uomo per alimen• tarsi in maniera razionale e salubre: fli tratta da una parte di un lavoro di ricerca, del resto facili1a10 da quanto si è compiuto in altri paesi, d,ill'nltra di mettere in discussione infinite maniere tradizionali di ci– b,usi in modo sbaglialo a t·aui:a di ,•cechi IHegiudizi e usi locali. Ci oc·– corrono quei libri che insegnino a nutrirsi prima e a ac<1uistnre 1)0i. E allora ci occorrono i tecnici dello approTigionameuto d1c ci fornisca– no i dati che gli <lerivano dall'espe– rienza del loro lavoro. A i\'lilano u– na iniziativa del genere è stata presa dalla locale associazione dei consu– matori che presto metterli a dispoi:i– zione un volume di questo genere. Ma non basta e,•identemcnte farlo Hl questa scala; bisogna nllargarc il p:iro, richiamando ques1i medici e <1ucsti tecnici a collaborare e ad ag– i,!iornare continuamente le loro sco– perte. Quale miglior ausilio di <1uel• lo che potrebbero foniire i comuni nel segnalare questi lavori ai <'itta– dini? Citiamo per esempio che nel comune di Novara, l'amministrazio– ne ~i 1>reoccupa cli inviare ogni me– se una s;pccie di bollettino (( parroc– ('hiale l) a ogni famiglia residente per segnalare quanto ha fotto nel campo della sorveglianza annonaria. E' allrnverso questi canali che i:i formano dei rapporti cli mutua <'00• pcrazionc, da una parte nel i:e;,!na– lare e dall'altra nel collnbornre. Comunque un'iniziativa di que– sto genere sviluppata su vasta scala, sia che se ne assumano il compito i partiti, sia che si formino associa– zioni di consumatori, sia che inter– vengano le cooperative di dililtribu– zione e di produzione, sia che altre forme di organizzazione si sostitui– scano nel fare queilto, si traua sem- ~ pre di adempiere al primo compito elementare: formare la coscienza del consumatore. ]n parecchi luoghi se ne è parlato, ma in genere si è ac– colla l'idea con una certa aria di sufficienza come a <lire che occorre ben ahro. Il che naturalmente è vero, ma è necessario anche stabili– re che tutto ha un 1nincipio. Parte del fenomeno che viviamo ha la san origine anche nel fallo che troppi fra i consumatori sono vittime della pubblicità di fronte alla quale sono indi.fosi - tanto pili che necessità di ordine economico producono il fe. nomeno abnorme che quella pubbli– cità appare anche sui giornali cli si– nistra, che ne avallano inconscia– mente il contenuto -, oltre a un certo gusto per le belle confezioni ('he nascondono magari un contenu– to nocivo. In teoria queste cose le sappiamo tutti, ma poi finiamo per lasciare che le cose ,,adano per il loro verso, troppo affaccendati in mille cose. Poi ci ritroviamo in que– sta situazione 8cnza sapere do,·e mettere le mani. In conclusione, poicht.: il proble. ma da affrontare, è ovviamente com– plesso, buona norma è quella di non lasciare trar.curata nessuna utile iniziativa invece di concentrare tutto su un solo settore, s1>ecie se si tratta di quello p:trlamentare che dovrebbe semmai essere quello in C'ui si corona tutta la a11ivi1i1di cui i:ono capaci i C'ittadini da soli. 99
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