Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960
menlc, i comuuisti e l'U.R.S.S. sono i loro veri difonsori. Coloro che non si lasciano ingannare constatano che negli S. U., come in Francia, gli stessi privilegiati sono sempre pron• li ad in1endersi - per il nazionali– i;mo o per delle ragioni di mercato - con coloro che denunciano, sul piano interno, come il diavolo, a condizione che il diavolo garantisca loro la pace sociale. In altre parole: la natura dei regimi che de1ermina con pili o meno chiarezza i due campi, sta, più che nella dichiara– zione di Cede e nelle invocazioni ai principi, nei rapporti di for,ta sta– biliti tra i diversi slrati sociali. La condizione tic! lavora1ore, le sue Ji. IJcrtì1e le sue responsabilità non so• no le stesse in Inghilterra o nel Pa• raguay, in Ougauda o in Polonia. Tra i fauori che determinano que– sta più o meno grande libertà e <1ue• sii interventi più o meno limitati, vi è l'azione dei lavoratori, vi sono le istituzioni operaie, vi è l'eredità rinnovai.a delle attività libertarie, nel scuso 1>iù ristretto o piì1 largo della parola. Cosi, i testi legislativi che garantiscono ai cittadini un cer• to numero di diritti, non rispec• chiano una concezione del mondo, ma sono il p.rodotto di lotte e i te• stimoni d'un equilibrio di Cor.te vi• ,•e; il loro significato pratico si perderebbe rapidamente se le tcn– i;ioui sociali e la volontà dei bene• ficiari' scomparissero. Si, può, dun– que, semm cadere sotto la condanna dettata in nome della dottrina pura, dichiarare che gli anarchici che pre– feriscono vivere negli Stati Uniti auzichè uell'U.R.S.S., non fanno, in realtà, che riconoscere la loro pos• sibilità di esistenza in una società che Ii tollcra, li accctla, e permette 84 loro di es1Himersi e l'impossibilità per essi di esistere in un regime che li nega e li •chiaccia. Dov'è la nostra @lrategia ? Alcuni diranno che questo non è il problema che ci preoccupa; che il problema che ci interessa sta nel rifiuto o nell'ad'esionc ai putti ed alle alleanze militari, nella resisten– za ai programmi di riarmo o nella loro accettazione, nell'appoggiare o no le spese in vista di una guerra. Potremmo sot1rarci a <1uesta do– manda con una solenne <lichiarazio• ne sull'assurdità delle guerre e sul– l'inutilità della corsa agli arma. menti. l\fa tale dichiarazione, che ci permetterebbe poi di coricarci con la coscienza tran<1uilla, ci sem• bra superflua e nello stesso tempo abbastanza i1>ocrita. Appunto per– chè essa presuppone la \'Olontà di non immischiarsi per niente nei problemi internazionali, prende po• sizione - anche se negativamente - in funzione dei dati governativi e risponde con elci precetti morali a degli imbrogli drammatici: que• sta dichiarazione Conduce diretta– mente a riconoscere e ad accettare solo i dati ufficiali, diplomatici e militari del conflitto in corso e ri– fiuta d'intervenire. Parliamoci chiaro, basandoci su situazioni precise. Quando il Gene– rale-Presidente della V Repubblica francese rifiuta l'installazione di rampe di lancio per missili sul tcr– ri1orio nazionale, dichiara che la flotta mediterranea rimarrà sotto il conrnndo francese e tenta di ricat– tare gli S. C. accennando ad un riav– vicinamento con l'Unione Sovietica,
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