Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960

caso confonderle )>, (Cito a memo– ria ma il senso è questo). La comprensione degli atteggia– menti delle diverse centrali sindaca– li e dei diversi 1rnrti1i, l'interpre– tazione della politica dei governi e dei gruppi parlamentari sarebbe fol– sa se non se ne tenesse conto, come elemento determinante e costante del gioco strategico mondiale. li peri– colo per il movimento operaio e per il movimento anarchico è che qoe– st'uhimo, per mancanza di lucidi– tà, si trasformi in una corrente cie– ca che potrebbe essere manipolata facilmente dalla propagandu di S11.1- to e <lnlle manovre imperialiste. E' inutile protestare affermando che il movimento anarchico è inden– ne da influenze esteriori e imper– meabile alle manovre. ]n occasione della rivoluzione ungherese, dei sei• tori libertari rim.asero impressionati dalla propaganda post-stnliniana, nI punto di non vedere emergere, dal sollevamento 1>01 >oln.re , che la testa del ctirdinale Midszenty. In Bulga– ria, at1ivis1i anarchici sono caduti sotto le palle dei plotoni di esecu– zione, non ianto in quanto militnnti della nostra cnusa ma come inviati dei sen•izi occidentali. E se la scelta dei mezzi da essi usati è discutibile all'infinito, sottolinea, innanzitutto, che non si trovano materialmente "in condizioni di poter fare da soli, per 1>roprio conto e sulle basi <lei pro– pri gruppi e dei 1>ropri cOllega– menti. Al di là dell'onticapilaliswo Il fatto che il 1110,,imento anarchi– co sia nato, si sia svilupato e soprav– viva nelle regioni che hanno cono- sciuto o cono!cono uno sviluppo in. dustriale di tipo capitalista, spiega in gran parte una certa tendenza dl J)Cnsiero. li nostro anti-capitalismo ci porta ad acce1tare come giusta e buona ogni azione anticapitalistica, e a giudicare « progressista » tutto ciò die differisce dal capitalismo. lnTC· cc, le esperienze di quarant'anni ci hanno insegnato che esistono dei si– stemi d'op1>ressione e di sfrutta– mento che non sono capilalistici e che sorgono da movimenti rivoluzio– na1·i. 11 lavoro forzato, la militarizza– zione della popolazione, i campi di concentramento considerati come luoghi di produzione, gli interventi nella produzione non portano al so• cialismo ma allontanano da esso, ammeS$0 che si voglia conservare al– la concezione socialista il suo senso primitivo di assenza di classi, di co– munità solidale e di libertà indivi– duale. Rimane, però, la tendenza a so• pravalniare i risultati ollenuti da un secolo di lotte sociali nelle nazioni oggidì cla!sificate nel campo clemo– cratico cd a considerare i nemici dì. queste nazioni come degli alleati naturali. Per ritornare all'esempio della Bulgaria, <1uauti elci nostri si sono fatti delle illusioni sulle virti1 anticapitalistiche dell'Esercito Ros– ~o, prima di trovarsi nelle prigioni sovietiche? Invece, i settori reazionari d,i que– i;te stesse unzioni, a regime parln– mCJ.itare e con un funzionamento re• lativamente liberale, si sforzano di presentare ogni movimento sociale, ogni rivendicazione come altrettan– ti pretesti utilizzati dall'imperiali– smo toialitario. Contribuiscono, così, a mantenere ed a sviluppare nei la– ,,oratori I' illusione che, efTetiva- 83

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