Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960
imperialisti. E' evidente che i sin– dacati verticali deJla Spagna fran• chista, che i sindacati ufficiali d'ella Grecia, che le organizzazioni turche non sono che degli organismi subor– dinati agli ordini dei governanti. Ed è non meno vero che numerosi sin– dacati, anche nei paesi dove si pra– tica una certa democrazia, hanno al– la loi:o direzione dei dirigenti che sono pili preoccupati dell'interesse cosidetto nazionale che d"egli interes– si dei lavoratori. Nou si tratta, quin– di, di proporli come modelli di vir– fo e neppure come l'espressione di tm male minore. Rimane tuttavia, nelle regioni non sottomesse a dei regimi to1alitari, u– na serie di situazioni le cui sfuma– ture possono sfuggire a coloro che non vivono sotto dei regimi ditta– toriali, ma che non possono essere trascurate da coloro che lottano. I nostri compagni argentini non si fanno nessuna illusione sul regime di Frondizi e sono ben lungi dall'a{. fermare che i sindacati hmzionauo normalmente e democraticamente dopo la caduta di Peron, ma nessu– no di loro negherà che preCerisce lavorare e militare nelle dure con– dizioni attuali am:ichè in quelle an• teriori, del regime peronista, o sot– to un eventuale governo nazional– '(lmunista. In Francia, nel 1947, quando fu– rono scatenati gli scioperi « Molo– tov>>del P. C. e della C.G.T., quan– tunque la d'ecisione dello sciopero fosse a volte presa sotto il coperchio di rivendicazioni operaie, importan– ti settori organizzati dalla clasae o– peraia rifiutarono di aderire agli scioperi. Sempre pili numerosi, dei militanti - che non erano affatto dei sostenitori dell'imperialismo ameri- 82 cano - comprendevano che la par• tccip&zione a dei movimenti, appa– rentemente diretti contro il padro– nalo e lo Stato, porterebbe la classe operaia dritto dritto alla dittatura le cui prime conseguenze sarebbero sta– te la messa al passo di tutti coloro <"He erano non-conformisti e rivolu– zionari autentici. Se è diventato di moda, oggi, dire che la scissione sindacale fu 1no,·o• cata in Francia dalla propaganda americana e dai leaders da lungo tempo legati alla borghesia, la cro– naca dei fatti srnentisce queste VO• ci. Furono gli elementi sindacalisti che per primi si scissero (autonomi e poi la C.N.T.). E al primo con– gresso di « Force-Ouvrière » {u JouJ1aux che si fece l'avvocato della F.S.M. (Federazione Sindacati Mon– diali) contro i militanti che discute– vano in favore di una nuova inter– nazionale. Ciò che è necessario rilevare è che lì,, dove nessuna tradizione operaia, nessuna manifestazione di spirito li– bertario, nessun movimento sindaca– le auten1ico esiste, sono in realtà gli specialisti dei diversi servizi che tentano <li creare ar1ificialmente del– le organizzazioni operaie la cui di– rezione è nelle loro mani. La situa. 1.ione è del tutto diversa quando si tratta di paesi in cui, poco o tanto, da diverse generazioni, o cla poco, esistono organizzazioni di lavorato– ri indipendenti. In breve, noi possiamo fare nostra la formula del compagno Jacobo Prince, veterano delle lotte liberta• rie nel paese della Plata: « Dobbia– mo di fatto lottare contro le due politiche imperialiste. Dobbiamo realmente distinguerci dall'una e dall'altra. Non possiamo in nessun
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