Volontà - anno XIII - n.1 - gennaio 1960
ziani, assenza di preoccupazione per il Culuro, libertà di vivere l'oggi per ..è e per gli altri. Tutlal'iu anemmo consigliato al nostro Narnyan di prendere infor– mazioni, sulle opinioni degli operai, dagli stessi o quanto meno dai loro esponenti sindacali; avrebbe probabilmente imparato che sono ancora mollo i problemi di lavoro che li interessano; prima di <1uelli ri2uardanti le ferie. Hiroshima monomour, un maledetto imbroglio, il generale Della~lfome. Solo qualche c011siderazione anestelica nata su questi tre film, tolti ~uperiori alla mecliu, perciò degni di essere oggetto di polemica, anche sul piano politico-sociule. Sul mouu111en10d'ingresso ad Hiroshima distrutta cumpeggia Ja figura di Cristo; hanno folto bene a meuerglie.la, nella loro mania pubblicilnria, gli americani. Così ci si ricorda subito che sono stati applWto i cristiani - non i buddhit.ti , non gli scintoisti, nè i n;.ussulmani - a gettare su un nemico già ui11to le bombe atomiche. Sono stati i capitalisti liberali e non i comunisti autoritari; nè vale il discorso, buono ui tempi di Kant, sulle intenzioni e le possibilità: cioè su che cosa avrebbero [atto i sovieùci, se l'a"essero posseduta. La istoria è andata in ml solo modo e non c 1 è che registrarlo, traendone le debite conseguenze. Un. maledct.to imbroglio è davvero il primo film poliziesco italiano, libero interamente dagli schemi liSA. Ciò che non convince, tnttavin, è che solo la polizia ci faccia una bella figura. Inoltre va bene far vedere marcia la borghesia ... è vero e santo; ma il proletariato poteva essere di– pinto megljo, con pii, affetto e compreusione. 1n fondo esiste. Nel genemle della Rovere Roi;selliui davvero ci ha messo dentro tullo: la lolla partigiana, la pau·ia 1 i te.deschi simpatici (più degli italiani), l'onore della pagella scolastica, il cattivo che si redime, la dcmwcia della corru– zione e il coraggio (da parte sua) di farlo, ecc. ecc. Quindi bisogna ve. derlo, per divertirsi e confrontarlo con Roma città a11erta, l'opera di un regista che sentiva e pensava. Va bcue tutlo e per tutti, quindi; ma una cosa non possiamo dige– rire: che abbia fatto diventare eroe [e poi basta con 'sti eroi, possibile che non si sia capito che sono una bulla e un danno pel' l'mnanità! anche quc.lli veri, specie loro!?] uno sporco arruffone, un mestatore filodramwn– tico, come appare il generale della prima parte del film (del generale vero non sappiamo nulla e non ci interessa, qui); senza nessuna ombra di umorismo, di comprensione comica del !atto. Senza far vedere allo spetta• tore, sottilmente, come quel comportamento era l'ultima sua farsa possi– bile, l'ultima parte da recitare per continuare ad essere il commediante che era sempre stato. A meno d1e uuche Rossellini davvero si sia ridotto a credere che si deve morire contenti per il re, la patria, la famiglia che nessuno mi- naccia, ecc. 48
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