Volontà - anno XIII - n.1 - gennaio 1960

bilità economiche di ciascuno, che l'Europa almeno, l'Europa centrale e settentrionale, potrebbe dare. Che si tramuterebbe., inoltre, in un imme– diato risparmio nella gestione delle ferrovie di tutta la rete europea. Italiaparcodi divertimenti C'è un malvezzo costante, quando si parla di grossi problemi econo– mico-finanziari italiani: ed è pensare che sia possibile contribuire a ri– solverli con iniziative legate al turismo, al traffico degli stranieri, alla bel– lezza della natura, alla cucina italiana, all'antichità dei monumenti, ecc. Persino quando si tratta del mezzogiorno: si progettano catene di .grandi alberghi, servizi aerei frequenti e a buon mercato, tassì e pulmann in abbondanza, nuove autostrade, motel naturalmente. E per iniziative -di questo genere si dovrebbero chiedere prestiti all'estero, agli Stati Uniti evidentemente. Per quanto difficile, non è impossibile che il denaro, specie di pri– vati, possa trovarsi, sia in Italia che fuori. Ma ciò che è da dirsi subito è questo: che tale genere cli politica economica - che vuol fare dell'Italia un parco per i divertimenti dei ricchi, stranieri e nostrani ~ non servirà mai a superare le difficoltà strutturali dell'economia italiana: che ha bi– sogno di macchinari e impianti nuovi, di trattori, macchine e autocarri per l'agricoltura, di una nuova rete di mezzi di trasporto e di comunicazione a portata di tutti, di abitazioni a prezzi minimi, di fabbriche che impieghino Jnolta manodopera, ecc. Non di attrezzature turistiche per gli altri, non di una nuova fabbrica di automobili Lancia, non di un impianto per la produzione d'ella Coca• cola; come invece accade. · Località ufficialmente d presse. L'elenco pubblicato dal governo delle località economicamente <le– presse dell'Italia centro-settentrionale e dei territori agevolati - eufemi– ·smo per dire che sono aiutati a non crepare dc.l tutto di fame - dell'Ita– lia meridionale e insulare comprende circa ottomila nomi. Si tratta di comuni, frazioni, borghi, ecc., e il loro numero è davvero impressionante; poichè i comuni, in Italia, sono appunto ottomila. Il che significa che - mediamente - non c'è comune nel nostro bel paese che non abbia una parte del suo territorio in condizioni <li miseria tale da es– ser riconosciuta persino dal governo. Lo stesso governo di Roma che si è sempre offeso ogni volta che gli americani hanno voluto includere l'Italia nell'elenco delle aree economica– mente sottosviluppate. I soldi li volevano, dagli Stati Uniti, ma il nome di straccioni, no! Questione di dignità verbale; ed evidenza, cioè di diguità ·nazionale. F. A. 26

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