Volontà - anno XII - n.11 - novembre 1959

L'évangile des Revoltés 1 Martyrs .lointains, L'A,nour et la Mort, Jo• ..seph Forestier, lmpossibles Amours, La sueur c/u, Bumous, Nouvelle gioi– re du, Sabre, ed è certo che ne di– mentico altri. Ma già queste opere riflettono una sensibilità di poeta e di scrittore fortc·mente dotato. Vigué d'Octon era certamente uno scrittore, ma era anche un forte po– ]emista, medico, e grande viaggia– tore che aveva percorso i paesi tro– picali dove la civiltà pretende im– porre la sua legge. S1}iri10 positivo, egli si documen– ta di continuo, poi, forte del suo ba– gaglio di fatti vissuti, cerca di fare intendere la sua voce pcrchè vuole smascherare le atrocilà cd i delitti •commessi in nome del1a nostra civil– tit. La sua requisitoria contro il mi– litarismo è potentemente ,,igorosa. Ma nell'inferno delle lotte cruen– ti, egli è boicollalo ed il suo pensie– ro è soffocato. Bisogna leggere le -4'.:rouachede « La vie Liueraire », 6r- 1na1e Vigné d'Octon, fin dai primi numeri della Revue A,wrchiste, per ritrovare di frequente il suo pen– siero e la sua critica mescolata alle analisi giudiziose delle opere che egli commenta avvedutamente, ri– cordi della J>rOJ>riavita Jeueraria, 1c sue liti con gli editori e le dire• zioni dei giornali. Vigné cl'Octon aveva deciso di di– re e scrivere ciò che aveva visto nel– le colonie. Ciò gli portò sfortuna: ,,icle drizzarsi contro di lui tutti i campioni nemici del libero pensiero. « Otto dei miei libri, che avevo scritto durante o dopo il ritorno dai miei lunghi soggiorni nelle Colonie, dove, avendo .osservato, frugalo e scrutato ]'anima degli indigeni, cli. eevo con ]a sinceriti1 di cui sono ca• ,656 pace, il lungo martirio di cui essi so– no ,•ittime, da parie degli oppressori, ,,idero uno dopo l'altro organizzarsi una di <1uelle congiure del silenzio che, la grande stampa capitalista sa organizzare. Da Chair noire, che fu il mio primo libro nel 1888, fino a La sueur du. Burnous, di poco prima della guerra, trascurando Le pays des /eticlies, Terre de Jllorl, Martyn loint.ai11es, Siestes d'A/rique, Jour– nal d'un Alari11,L'Amour ella Mori. sempre mi sono tro,•ato di fronte al– l'ostilità della critica letterari:1. e non ho avuto, per sostenermi in que• st'opera di largo respiro; che i miei lettori, generalmente della classe operaia, che mi sono rimasti (edeli fino acl oggi ». 1 Nei fogli, La guerre Sociale. La Bataille Symlicaliste, Le Loin des parias, Le Libertaire, egli conduce le sue campagne con un animo pro– fondamente turbato da quanto ave• va visto. :Vigné d'Octon getta un gri– do cli rivolta affinchè la Francia sap– pia quali mostruosi delitli si com– J>iono nelle sue colonie. Nemico dei compromessi, denuncia ciò che egli ha visto con i suoi occhi nelle terre coloniali. La sua tranchcu.a non poteva pia– cere a tutti, soprattutto a coloro dei quali scopri,•a la sinistra opera che compivano lontano dagli sguardi in– cliscreli. '< Come depulato, se le mie numc– :rose inlerrogazioni sui dclilli colo– niali ebbero in quel momento un cerio effetto ( non potevano soffoca– re In mia voce dalln tribuna parla– mentare) Curono, purtroppo, Come tulli gli sforzi di questo genere, de- 1 e : ta Ret:ue A11arcl1is1P•. n 1, gennaio 1922.

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