Volontà - anno XII - n.11 - novembre 1959

La situazione di caos e Ji sparpagliamento in cui si lrova il mo\'imeu• lo sindacale, disorienta Ja classe lavoratrice argentina e la disarma, quasi iulcramente, di fronte alle misure che lentano di imporle i circoli diri• genti delle grandi imprese. E' opportuno aggiungere che ciò che è pili gra\'C, in tJucsta si1ua• zione, non è, secondo noi, la di\•isionc del movimento, ma la manomissio– ne su importanti frazioni di (Juesto movimento dei gruppi di dirigenti dc• magogici, di speculatori politici, il cui comune dcnomi1rntore è il totali. larismo. Il grup1>0 più importante di quealo miscugJ;o ha 1cndcnze peroniste; i suoi vari grup1>i dirigenti si ser"ono della mistica, ereditata dalrex-dit• tatore, che non ha poluto essere eliminala dal go>vcrno della 11Rivoluzione liberatrice>), nè dal go\•erno costituzionale che l'ha soslituito, per il fatto che si. sono ttdoprati a far sopportare esclusinmcnlc, alle classi salariale, le conseguenze della crisi. Di fronte al fenomeno implacabile clell'abbas. samento del livello di vita, gli argomenti soliti sui vantaggi della libertà e della democrazia non hanno alcun eJiello, sopratutto se nello stesso tem• J>O sono impiegati dei metodi repressivi contro ì movimenti sindacali che avanzano ri,,cndicazioni perfeltaruenlc giustificate. Se è già difficile far ca– pire a delle folle ingenue che il disastro economico di cui soffre il paese è dovuto, in gran parte, all'assurda gestione del « yusticialismo », è ancora piì1 difficile fare ammettere che il ricupero de,•'cssere ollenuto a spese di coloro che furono sem1>re sncrifìcnti. Conclusione: un seltore numcricamen• te importante del proletarialo argentino continua ad essere influenzato eia un settore demagogico e numerosi sindacati sono ancora dirclti eia elci capi peronisti, sicchè in definiliva, per i problemi fondamen1ali gli ordini vengono da Ciudad Truyillo do"'è rifugiato il dillatore in esilio. Così, ogni voha che l\1 allo comando » del settore peronista decide di organizzare una violenta campagna d'agilazione, (per il momento è esclu– so che il peronismo possa riprendere il potere in seguito ad un colpo di forza, 1>erciò le sue campagne mirano solo alla propaganda e<I ai ricalli sul governo) essa è sincronizzala da un mucchio di rivendicazioni operaie, da scioperi, parziali e generali e da allivilà terrorisliche. In questo modo i bisogni reali dei la\'oratori sono sfruttali a fini repressivi, e nello stesso tempo un preteslo « onore\'ole l) è offerto al governo per reprimere i moti rivendicati,•i - legittimi se sono spogliati dai motivi della poli1ica specu• latrice - e i padroni si trovano nella condizione di rifiutare i migliora• menti. D'ahra parie l'impiego ripetuto di <1uesto me1odo, lo scoppio di scioperi condannali in anticipo al fallimento J)erchè R\'\'Cngono in circo• stanze favorevoli ai padroni, i continui appelli allo sciopero generale - ogni volta con minor successo - finiscono per scoraggiare i lavorlllori e metterli in uno staio di spirito di quasi rassegnazione e disperazione. Un esempio caratteristico di questa situazione, è ]o << sciopero genera• le,» effettuato il 23 e 2,1,settembre. Questo sciopero che, secondo qualche versione, do\'eva a"ere un carattere rivoluzionario, rappresentò una nuova sconfìlla e consolidò le posizioni del governo, ra!Torzanclo la volontà ,lei 644

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