Volontà - anno XII - n.11 - novembre 1959
no cristiane, il banditismo resta 1>er così dire immutato durante tutti i lunghi e oscuri secoli medioevali. Le popolazioni degli altjpiani saran– no sempre in grado di impedire lo accesso delle loro dirupate regioni a tutti gli invasori, compresi Arabi e Saraceni, che dovranno contentar– si di restare sulle coste (30). In una supplica del 1335, inviata dal re di Aragona al papa Bene– detto XII per ottenere il condono del censo feudale, si legge: « Resta indipendente la gran regione centra– le dell'isola che i sardi appellano Barbagia e che sarebbe spesa inu– tile il tentare di sottometterla ,11 vassallaggio, perchè è una terra montagnosa e selvaggia, abitata da pastori e per l'asprezza dei luoghi non espugnabile senza grave dan– no» (31). Del resto, la prova migliore del J>ersistere, se non dcli' aggravarsi, del banditismo si trova nella neces– sità che Eleonora di Arborea riten– ne di compiere ampliando il vecchio codice rurale del padre Mariano e promulgando nel 1395 la sua « Car– ta de Logu », un codice civile e pe~ nale che divenne valido per tutta la Sardegna un quarto di secolo do– po e conservò questa sua validità fino al 1821. Le pene in esso previste non so– no che un illogico ma significativo tentativo di far cambiare In situa– zione illustrata nel preambolo <lella Carta: << plus J>ro chi ciascuno est plus inchinevili assu mali fogheri chi non assu beni ». Coutro i sussulti criminali della estrema misel'ia, conseguenza diretta dell'economia primiliva e delle di– sastrose lotte egemoniche che vedo– no alle prese i quattro giudicati, Pi- sa, Genova e, per completare la ro– vina, gli Aragonesi, si decretano la pena di morte, le mutilazioni, la confisca dei « beni ». la responsa– bilità collettiva. Chiunque incontri nn latitante accusato di omicidio può ucciderlo impunemente e chi gli dà asilo è punito con la prigione e la cvnfisca J>arziale dei beni; sono però esclusi dall'applicazione della legge la moglie, i genitori, i figli, i lra~l– li e sorelle, i nonni del latitante (32). Rispetto a questa uhima disposizio– ne, le recenti repressioni nell'Orgo– lcse sono molto più inumane (33). Sulla fine del medioevo si delinea sempre piì1 nettamente la frattura psicologica che si concretizza in un profondo dissidio tra il mondo con– tadino e c1uello dei pastori. Le cau– se risalgono, come si è visto, all'oc– cu pazioue romana quando - con– trariamente a quello che avvenne sotto i Car1aginesi i quali dovette– ro, per coltivare la terra, ricorrere quasi csclusivumcnte a della mano d'opera importata dall'Africa (34) - da una parte si trovarono i ribel- 1 i, divenuti pastori nomadi, e dal– l'altra gli agricoltori rimasti legati alla terra solo a prezzo della li– bertà. La relativa ripresa dell'agricoltu– ra, dal 15.mo secolo in poi, mette• rà in evidenza questa realtà della società snrd'a, ed è solo tenendo conio di <1ues1asua ambivalenza che il fenomeno del bnnditissmo può es• sere giustamente interpretato. Le sue manifestazioni saranno endemi– che attraverso le decadi successive della storia sarda; di tanto in tanto si registra qualche esplosione di ri• lievo. La persistenza del banditismo du– rante tutto il periodo aragonese-spa• 633
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