Volontà - anno XII - n.10 - ottobre 1959

20 Lavoravamo cinque giorni e mezzo per settimana, dal sabato al gio• vedi manina; giovedì pomeriggio come sabato inglese, e venerdì tutto, riposo. La scelta del venerdì in luogo della domenica, come tempo di li• ber1à, dipende dal !atto che in quel giorno c'è mercato, in paese. Souk el Djemi,a vuol dire appunto mercato del venerdì, e non è che quello, in xealtà; poichè per il resto della settimana è s'oltanto un gruppetto di case e di capanne, fra la strada asfaltata e un'ampia e piana sommità di col– lina, pelata e deserta, tristissima sotto il sole arido e la polvere delle piste che vi confluiscono; dalla parie opposta, dove la collina scende più rapi– damente, c'è una grande vaSca (abbeveratoio e favatoio), un paio di lon– tane, qualche albero, e un magazzino. Nella fila di casupole che fanno fronte allo spiazzo del mercato il solo commercio viYe tutta la settimana: lo spaccio di sigarette e di tabac– co, monopolio statale; d'altro non si vende nè si compra nulJa. Oltre queste casette, sul punto pili alto della collina, due edifici nuovi, con portico e alberi intorno, sono la scuola del \'il.laggio: immagine di ordine e pulizia come se fosse Sviuera; insegnamento bilingue come ,•orrebbe, in ogni pae– se del mondo, un minimo d'interesse vero per il progresso e per la pace. Un altro punto sempre vivo, del villaggio, è il distributore di benzina ( e di aranciate caldissime) che è fermata per le corriere del.la CTM e punto d'attesa dei tassì; ad ogni ora del giorno q·ualche paziente figura umana, con cappuccio o turbante, vi a.spelta il mezzo per i suoi Yiaggi senza tempo. Al venerdì, invece, dalle sette di mattina alle sei di sera, la vita, il rumore e la sporcizia si ammucchiano dappertutto. Nella vasca si lavano, contemporaneamente, decine di persone: lavano sè e le loro cose, senza curarsi del colore dell'acqua; nessuno utilizza le due fontane, nemmeno per il proprio corpo; l'acqua correnle è scrupolosamente riservata al bere. Nei campi intorno pascolano liberamente gli asinelli, i sicuri tassì della montagna; presso il distributore qualche autocarro e molte auto pubbli– che ( ogni pochi miuuti ne partono per tutte le città vicine, Rabat com. presa). Lo spiazzo normalmente deserto è divenuto un villaggio di tende e di baracche, con strade, piazzette, quartieri merceologici; sul corso si aHineano le tende larghissime e ahe, aperte da IUtli Ì lati, che {anno da bar e gli spacci di commestibili; la carne di montone è cotta in picco1i forni semi-interrati, le frattaglie su banchi di brace. Per bere un té occorre acquistare separatamente, da mercanti diversi: Jo zucchero ( in grossi coni da 2 kili, avvolti in carta azzurra, oppure a dosi personali), la menta, e l'acqua nella tenda-bar. Ci si siede sui tappeti e s.i ordina una teiera d'ac~ qua bollente: basta per quattro persone e costa trenta franchi la prima volta, perchè comprende il servizio, il posto, i bicchieri e il vassoio; venti franchi successivamente; i pasticcini o il pane si comprano poco dislante, dall'ahra parte del corso. Presso di noi (una vo1ta, che eravamo scesi con il cuoco e l'economo a far le provviste della settimana) sedeva una famiglia berbera: una bam– bina dagli occhi chiusi girava f.ra il vassoio e le gambe dei suoi. con le manine alzate, a cercare i volti del nonno o dei fratellini; ncll'indifferenia. 578

RkJQdWJsaXNoZXIy