Volontà - anno XII - n.10 - ottobre 1959
ratori, appunto nella Repubblica di Bonn (mai ve1ificatosi), o in Unghe– ria (ancora possibile e con una permanenza biennale); buona anche Ja partecipazione al festival della gioventù di Vienna, disdetta, per ':ln im• provviso sbandamento politico del governo algerino, poche ore prinrn del– la partenza. Il passaporto è l'oggetto più caro, il desiderio più forte, l'ossessione costante, per taluni: chi ce l'ha è un privilegiato; anche se resta in Ma– rocco cou uu lavoro o un incarico del suo governo, crede, ed è creduto, teuere in tasca la porta del paradiso. L'Algeria è la terra promessa soltan– to nel regno della fede politica: la vogliono libera, questi giovani, non per andarci a vivere: ma per poterla rivedere e poi ripartire verso una nuova Francia, la Germania, l'Inghilterra; i paesi dove il loro mestiere è pagato bene, dove credono ci sia sempre lavoro; mentre sanno bene che la ricostruzione della patria, dopo l'indipendenza, non assorbirà che una piccola parte della manodopera disponibile, a salari bassissimi. In Fran• eia guadaguavano, lavorando nove-dieci ore al giorno come muratori spe– cializzati, da novanta a centoventi mila franchi al mese: stavano bene, mandavano denari alla moglie o al padre; adesso, o non hanno un soldo in tasca, se vivono nei centri per rifugiati, oppure ottomila franchi al mese, coloro che fanno parte del personale della scuola. Ma i familiari esistono ancora (forse), in Francia o in Algeria, senza ricevere più nulla. In un campo formatosi iu tali condizioni, quando si ottiene un am• biente di reciproche simpatie, scambi d'opinione frequenti e sinceri, in• teresse mutuo alla vita presente e futura di ciascuno, comprensione dei dolori e delle preoccupazioni, collaborazione suJ lavoro, - è già molto; e tale stadio è stato spesso, specie negli ultimi giorni, effe1tivamente rag– giunto. D'altro canto un notevole vanlaggio ha questo campo ·rispetto a quelli consueti dello SCI, particolarmente europei: che la metà dei par– tecipanti sono operai, per vita non per diporto; mentre di solito il loro numero non supera, proporziona1mente al totale, un decimo. 12 Ma vediamoli in fine, questi algerini, uno per uno: A. è un muratore, che riesce a lavorare. se pur saltuariamente, an– che fuori, perchè ha sposato una ragazza di Casablanca; nel campo, il suo ritmo è molto rapido: sembra voglia farsi perdonare di poter rima• nere con noi soltanto due settimane; deve tornare presto a casa, perchè sua moglie abbia qualcosa da mangiare. B. è un istitutore presso un collegio di Tasa; si vede che riceve uno stipendio dalla qualità dell 1 abbigliamento. È venuto nella Casa dei Ragazzi per passarvi tranquillamente, iu riposo, una parte delle vacanze; capitatoci nel periodo del campo di lavoro, partecipa a questo con un orario e un ritmo particolari, nelle ore io cui non dorme: è piccolo, parla poco, non mai a sproposito, come una persona che pensi. Ha per so• prannome (< la siesta », per l'intensità del suo amore al riposo; riparte a metà campo, silenziosamente come vi era vissuto. 560
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