Volontà - anno XII - n.10 - ottobre 1959

nelle vetrine europee); contrastate da fai.li a linee dure e geometri.che, pi.ù 11imilia teste di papere o a becchi di pappagalli che alla dolce rotondità della natura. L'abitazione del caid è un complesso di locali a mo' di casa romana; nella parte padronale le stanze sono finite all'europea, con pavimenti a piaslrelle, pareti colorate, un vasto bagno, una sala di ricevimento termi– nante in un séparé-sgabuzzino-trono-altare, un bel portico e il patio tagliato da due strisce di mattonelle in croce, confortato da due tozzi fittissimi pe– schi e molti cespugli di rose. Attigua la parte desii.nata ai servizi, disposta intorno a un cortile: cucina, depositi per i viveri e i generi di vestiario, refettorio, ecc. Tutti locali molto ampi e alti ; direi funzionali, se la pa– rola non sentisse di cose ch'eran di moda l'ahroieri. Il gusto della dimora, con la comodità dei servizi, la policromia del– le pareti, i disegni delle piastrelle nell'ingresso, nel patio e nelle stanze, le porte ad archi ogivali dentellati; c il bianco dei muri perimetrali - risulta difficile a definirsi. È un miscuglio di oriente e d'occidente, d'afri– cano. ed europeo, di fasto quasi sceriffale e di mediocre agiatezza da bor– ghesia provinciale: i paYimenti ricordano anticamere e cucine degli al– loggi milanesi delle famiglie per bene di prima Jella prima gu,erra mon– diale (come intorno alla stazione Nord, per puntualizzare). Mentre la "8· rietà delle tinte fra pareti e soffitti si avvicina allo spericolato arditismo cromatico dei benestanti di questo dopoguerra; che pare vogliano ravvi– vare la vuotezza dell'anima e il conformismo delle azioni quoti.diane con giustapposizioni di colori tepidi e Eetidi, con cieli verticali e tramonti oriz– zontali; dietro gli autorevoli arbitrii d'eleganza dei pianerottoli della Ri– nascente. A cinquanta metri dall'abitazione del caid, gJi edifici già destinati ad uso colonico: magazzini, stalle, qualche locale per il personale addetto; an– ch'essi disposti intorno a una vastissima corte, con in mezzo un abbeve– ratoio. Presso lo sbocco della pista che viene dalla strada nazionale avevano costruito un corpo di guardia con due ampie baracche di legno, prefab– bricate dagli americani, che oggi fungono da classi per i ragazzi algerini. Poco distante c'è una corte, che non fa parte della Casa <lei Ragazzi; vi abitano i figli e le residue mogli del caid; hanno della terra e vivono bene. Ad eccezione del figlio maggiore, che ha ceduto la sua parte agli altri, per comprarsi una Cadillac; dilapida immediatamente i pochi soldi che il padre gli manda, ed è sempre, alla lettera, senza un soldo in tasca. Quando capitò d'aver bisogno dell'auto, una notte, per andare incon– tro a un amico che tardava, dovemmo dargli i 120 franchi dei due litri di benzina; e ci mettemmo tre quarti d'ora prima di partire: traffic8\'a intorno alla macchina, dietro il cruscotto e sotto il cofano, al lume di una pila: con la stessa ansia inesperta dell'adolescente marito dell'anziana pre– dicatrice nella Via del Tabacco. L'interno della vettura dava i primi segni del disfacimento proprio di tutti i tassì marocchini di lungo percorso: una maniglia rotta, il tappeto consumato ccc. Uno degli ultimi giorni di 553

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