Volontà - anno XII - n.10 - ottobre 1959

subito il giovane algerino, ma certamente il suo locale è l'unico decente della cittadina, e, dotato di un frigorifero, le bibite le vende ghiacciate, Per l'ultimo tratto non paghiamo; il bigliettario d'ella CTM rifiuta il denaro con un gesto di affettuosa comprensione. « Siamo algerini; sanno che non ha w1 soldo in tasca da anni, la maggior parte di noi; e la nostra vittoria è anche loro, più vera del compromesso da essi ottenuto nel '56, che ha lasciato la situazione sociale marocchina come sotto il protettorato, e quella economica ha reso peggiore. L'Algeria, invece, quando sarà li– bera, sarà anche autosufficiente; da qnattro anni ci costruiamo ogni giorno, con la fatica e la morte, una base solida per la nostra libertà: già ora abbiamo un buon numero di quadri amministrativi e in parte tecnici (la scareità maggiore è neJl'agricoltura). I Crancesi, che qui in Marocco devono restare, perchè l'economia funzioni, noi li faremo andar via gentilmente, dopo l'ind'ipendenza, con l'arma persuasiva del boicottaggio ». Il luogo. 8 Spontaneamente, l'autista ferma prima del villaggio, al bivio con la pista che porta alla Home d'Enfants, indicata da una freccia; anche in seguito, tutte le volte che son tornato solo, questo gesto di cortesia non è mancato; pur sapendomi ormai non algerino, ma europeo. È un kilometro e mezzo di pista larga, non molto sconnessa, che scende a un corso d'acqua sottilissimo, passa di fianco al pozzo sormontato da un alto castello metal– lico con un motore a vento (altrimenti funziona un diesel, quando c'è carburante), che estrae l'acqua per la casa dei ragazzi; qnindi risale verso l'ampia e piatta sommità della collina, dove la casa ha sede. La Horn.e d'En/ants occupa un complesso di edifici che costituivano la dimora di un caid, il signorotto della zona, come a dire il prefetto della provincia: trattava male i suoi amministrati, era amico dei francesi, e aveva sette mogli (più una francese, ma sull'esattezza di questa preziosa aggiunta non posso far fed'e). Quando ci furono i motf J)er l'indipendenza - un cumulo di rottami bruciati è ciò che resta delle sue automobili - scappò in Francia con due sole mogli (saggio ridimensionamento); a Niz– za si era già iatto una ca~a e comprato del terreno; << è un colono alla rovescia, c'est la gloire de la France Nouvelle ». Gli edifici erano stati occupati dall'esercito di liberazione marocchi– no ( quando ne parlano gli algerini ridono un poco), poi ceduti per l'uso attuale. Tracce dell'occupazione soldatesca ( il luogo deve esser stato, per un certo tempo, anche centro d'addestramento del FLN) erano ancora vi– sibili sui muri, al momento del nostro arrivo; purtroppo la calce che vi abbiamo dato le ha coperte per sempre. Erano rime nazional-sessuali come questa: « Vive le maquis, vivent les jeunes filles d'A lgerie »; e disegni por– nografici di gusto cubo-futurista o giù di lì: figure femminili senza testa braccia gambe, ridotte al puro tronco (come i manichini per reggipetti 552

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