Volontà - anno XII - n.9 - settembre1959
siero come anarchici: piuttosto esse ci fanno trovare nel centro logico stesso della realtà; ma tutte stabiliscono relazioni inedite fra uoi e il mondo. tulle esigono nuovi modi di azione. Un primo abbozzo di una parte di queste nuove realtà (u l'oggetto di un mio lavoro pubblicato in italiano: una semplice lista di temi di studio con altrettante brevi presentazioni dei termini cui essi ci si offrono. 1 Elenchi di una tale natura saranno sempre incompleti e suscettibili di uua grande va– rie1à di messe a fuoco, non m'jutercssa ripeterla qui, se 11011 l'.lelle grandi li– nee. Nel mondo che ci attornia, come conseguenza dell'aumentata produttivi– tà, che con l'avvento dell'automazione e cou la scoperta di nuove fonti di e– nergia si avvia ad assumere proporzioni astronomiche, il problema della di– stribuzione va acquistando un'importanza mag'giorc di quello della produzio– ne; la lotta di classe sta svolgendosi più attorno ai IHczzi che ai salari; i mo– vimenti sociali in cui questa lotta si lraducc sono sempre più movimenti di co"nsumatori (esempio: le agitazioni ispano-americane contro l'aumento delle tariffe nei trasporti, che posero ai sindacati degli operai ciel ramo un difficile problema sul terreno delle rivendicazioni salariali. Nell'Uruguay una esperienza analoga si ebbe a proposito del prezzo del pane). D'altra parte, ma iu istretta relazione con Lutto ciò, abbiamo il feno– meno totalitario, nuovo tipo di Stato non sohanto gendarme, ma anche pa– drone, contro il quale le rivendicazioni di libertà si identificano con quelle <li giustizia sociale e la cui attività interna cd esterna rende manifesta una reallà non nuova ma che il marxismo aveva lasciato nell'ombra: Ja premi– nenza delle finalità politiche-economiche, il carattere di stmmeuto di po• terc che conserva ed ha sempre avuto nelle sue grandi lince il fatto econo– mico. Burnharn ha descritte le tendenze totalilarie del mondo demopluto– cratico nel suo<< La rivoluzione dei dircltori )), Gilas ha analizzata la« nuo– va classe n dominante nei paesi già totalitari nel suo uhimo libro, classe non di proprietari, ma di burocrati. Noi anarchici dovremmo essere stati in grado di muoverci ideologica– mente nel mondo cli oggi, perchè vi sono pagine profetiche di Bakunin che Gilas e Burnham ( indubbiamente senza conoscerle) sembrano avere copia– to, cambiando soltanto il tempo dei verbi. E, senza citare Bakunin, perchè non ci si dica che ripetiamo sempre gli stessi testi, senza citare nessuno dei nostri classici, 1eggian10 alcune righe di un poema in prosa di uno scrittore ebreo del principio del secolo, che è molto vicino a noi, Peretz: « Temo gli oppressi che trionfano, perehè possono convertirsi io oppressori, e l'op– pressione è un aggravio allo spirilo dell'uomo. Non dite forse che l'um~• nità, come un esercito verso il fronte, dovrà marciare al ritmo dei vostri tamburi? Ma l'umanità non è un e.9ercito. I veloci prendono vantaggio, gli 1 « Problemi d'oggi», Rivista Volontà. Genova 30-9-1957. 491
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