Volontà - anno XII - n.9 - settembre1959
goric che non sia quella puramcnle empirica della differenza di età; ognuno di noi è a sua volta allievo cd educatore. Sappiamo per esperienza diretta che il processo educativo comincia io noi stessi e che non s"insegna bene se non <1ucllo che si sia apprendendo. E quest'ultimo ( vale a dire: appren– dere) è, per noi e la noslra opera, tanto importante quanto il primo. Un esempio: la base necessaria della libertà è la tolleranza. E imparare ad es– sere tolleranti costa sforLO e costa tempo. Si è parlato in questi ultimi tempi Ira noi di ,e ruilitantia » interiore, espressione fortunnta che 1·uncrlla quanto potrebbe avere di r,reteuzioso il nostro impegno educativo. Aspetti dcli' attività anarchica : la formazione del militante Passiamo al secondo aspetto del nostro dovere di militanti: la capaci– tazioue. In n•altà la distinzione è artificiosa. Il rendersi capaci come mili– tauri non consiste nell'acquislare potere di convinzione, nell'apprendere a parlare e scrivere heoe, neH'impadronirsi della tecnica malapartiana della rivoluzione o della tecnica soreliana del movimento operaio; consiste nel conoscere il meglio possihile il lavoro con il quale ci guadagniamo la vita per poter aiutare a organizza rio senza coazione, consiste nel conoscere il meglio possibile il mondo <'h1! <'i ullornia e nel seguire le sue incessanli trasformazioni, per muoverci con lui e c1enlro di lui io senso libertario, per non soffocare senza saperlo i germi del domani sntlo gli schemi di ieri, per– chè non ci accada cli dare colpi a quello che sta morendo e d'ignorare le minacce reali. Siamo forse gli unici che possiamo studiare le nuove realtà che carat– terizzano la società attuale spassionatamente, senz'altro interesse che quello della gius1izia !:iociale e della libertà. Dal puuto di vista di questo interesse, diciamo, disinteressato, dobbiamo studiare le opere degli specialisti e uti– lizzare la nostra esperienza diretta scambiandoci i risultati di questi studi realizzali in diversi settori e in diversi paesi. Questo lavoro di osservazione e analisi è uno dei nostri principali compiti, compito che non cessa mai, perchè è studio di vita, tanto lungo quant'è lunga la vita stessa, cd è stret• tamcntc vincolato all'azione, la cui finalità non è determinata temporal– mente ( a meno che non ci si domandi, come faceva ingenuamente un com• pagno col cuore di ragazzo e la fede di credente: ,e Cosa faremo 1lopo la rivoluzione sociale, quando non ci saranno più nemici da abbattere, nè pro• blemi da risolvere?». E ,,j era una certa disperazione nella domanda). Cerchiamo di citare a1cuni dei problemi di oggi, che ai tempi di Baku– nin o di Kropotkiu non si pre6clllavano o si potevano prevedere soltanto teoricarne111e-, Nc!-suna di qurstt• realtà modifica l'c!-!-enza d'el nostro pen- 490
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