Volontà - anno XII - n.7-8 - luglio-agosto 1959
postilla, sperando di ollcncrc ospitalità da una rivista che di certo non segue le correnti o le mode del giorno ... ! E' recente la notizia della cosidella « vendita dei bambi.JJi (i tre) agli Americani » che tanto rumore e scalpore ha suscitato in tulla la vario• pinta e variegata stampa italiana. Si denuncia una situazione abnorme, si invocano pronti rimedi, si implora il cielo, si maledice la triste sorte di tante creature etc:! tutta la << riserva estiva>> della pili vieta retorica sentimcntulc, 1>crdire che cosa? Nulla di nuovo. Il toccasana non potrà essere una maggiore assistenza per le !amig1ie numerose e bisognose; si ricorrerà al solito palliativo dell'aiuto parroc• chi.aie et similia; poi tutto sarà come prima e forse peggio di prima. Solo un rimedio si può dimostrare efficace: per colpire il male alla radice, bisogna risalire alle cause, non badare ai soli effetti ap1>ariscenti perchè macroscopici, seppure dolorosi. La causa è più che evidente: la sovra popolazione, l'illogico incremento demografico, che affligge il Paese. Pertanto l'unico rimedio efficace non può essere che il « controllo delle ,wscitc », liberamente diffuso e praticato, come ci insegnano opportunamente e felicemente i paesi scandinavi cd i popoli, che possono definirsi civili ». Evviva il Tibetclericale S. Para,1e 11ostroassicluo collaboratore di Frtmcia, ci ha 11u111dato que• sta rivolta conl,ro un nostro pezzettino sul Tibet,; fo traducianw i11tegral– rnente: « F. Aragia scrive, nel numero d'aprile di V. 1 che il significalo degli avvenimenti tibetani può riassumersi con la definizione: 11 Fine di uno Stato mo1rns1ico >>.L'aulore, dopo aver caratterizzalo lo stato tibetnno come qualcosa di medioevale e chiesastico, conclude che tale situazione sociale è felicemente in via di mutamento e di liquidazione. I funzionari e i sol• dati di Mao Tze Tung sarebbero dun(flle da applaudire 1>oichè, dopo aver istituito una amministrazione moderna parallela alla vecchia strullura (e ciò con graude tallo) riusciranno finalmente a mandare a scuola i bambini tibetani; mentre il Daini Lama è scappato e i benefici della lecnica suranno distribuiti a una popolazione. Confosso di non gustare <1uesto genere d 1 ohiet1ività di storico progres– sista che caratterizza la nota di F. Aragia. Ton che le sue osservazioni sulla arretrate1,za del regime 1ibetano mi sembrino errate, ma le sue simpatie per i metodi einesi mi paiono pericolose. Il suo ragionamento potrebbe essere ottiuiamente adottato da <1ualunque tipo d'imperialismo o colonia– lismo. Non è forse vero che in India gli inglesi ànno distrutto le strutture aociali arcaiche e sviluppalo l'insegnamento? Non è ugualmente vero che 446
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