Volontà - anno XII - n.7-8 - luglio-agosto 1959

rezione, la quale tiene conto della domanda del mercato. Come vantag– J:!;ioottenuto dagli artigiani con la !orma tooperativa mi si indica il fatto che ora è possibile dividere il lavoro e fissare ciascun operaio a una clh•crs.aspecialità: così uno può deòica1si a fare uccelli, un altro fio– ri, .figure umane, ecc. A S< iaugai insisto per visitare u- 11a ahra cooperativa di artigiani. Si chiama: Cooperativa di Sciangai de– gli anigiani della giada; e le inior– mazioni .che ricevo sono le stesse. Il v,1111aggiorispetto all'operaio della industria è che non esiste il cottimo, il che sarebbe il colmo. Però esisto• no sette classi di salario, che varia– no da 45,50 u 98,50 yuan al mese (11800/25600 lire). Il pcoblcma del pensionamento presenta in <1uesto caso aspeu.i diversi, poichè l'artigiu– no quanto più è anziano tanto pili è artista. E non si tratta di definire un'età, ma di vedere quando la vec– chiaia renda effettivamente inabile ogni singolo artigiano. Qui, dato che si lavora la giada in misura mol– to maggiore che a Pechino, l'opera riesce ancor meno ispirata; giacchè (come ho già detto), per sfruttare al massimo la materia prima, esiste un apposito uI6cio disegnatori, che passa allo scultore l'ordine di esecu. zione. La cooperativa degli ar1igiani-arti– sti è la negazione dell'artisla-artigia– no. GIi operai possono anche essere, e sono consid'crati, dei meravigliosi artisti dell'avorio e della giada, ma l'ispirazione devono lasciarla a casa. La specializzazione sino al dettaglio rende pili evidente l'idea dell'invo• luzione che I' artista patisce iu un ambiente di lavoro collettivo. 432 16 Coloro che credono che Ciang Kai Scek possa riprendere le re– dini del paese, quelli che stimano sicura la rovina del governo di Mao; quelli che profetizzano la cuduta del regime poichè considerano il popolo cinese pieno di volon1à individuali– stiche, - sono nell'equivoco. La Cina ha saputo trar vantaggio dalle esperienze del comunjsmo rus– so e cerca quindi di non inciampare nellu stessa pietra. Il problema pili grosso per il comunismo, lo ripeto, è l'atteggiamento del singolo uomo; ma anche in ciò il partito comunista cinese va con più tatto di quanto non abbia fatto il russo. Niente sal– ti improuuisi; tutto dev'essere com• piuto lentamente e progressivamen– te. La costituzione protegge il ca– pitalista. Oggi tutti i mezzi di pro– duzione sono controllati dallo stato. Alcune fabbriche conservano anco– ra una quota di capitale privalo, ma in tulle lo siato ha la sua com– parlecipazione. Il capitalista e il contadino ricchi, ad eccezione del latifondista, sono stati rispettati nel– la loro proprietà e lo stato vi s'in– troduce solo lentamente. 17 li cas0 concreto di una fabbri– . e,, di pemr.e stilografiche di Sciangai (Hua Fu Cing Pi), che ho avuto occasione di visitare, è il se– guente. La fabbrica aveva lavorato sino al 1952 saltuariamente, per mancanza cli materie prime, natural– mente controllate dallo stato. La ri– chiesta di penne è in continuo au– mento poichè :Crala gioventl1 esiste veramente un grande desiderio di imparare e ogni cinese va in giro, at– tualmente, con una penna nel ta– schino. Alla fabbrica citata non restavano

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