Volontà - anno XII - n.7-8 - luglio-agosto 1959

dagli lncas con i mitima. Lo stato ragiona così: qui un eccesso di popo– lazione, là una carcnzn; risultato: un decreto che ordina il lras/erime11- to di intere famiglie da una provin– cia sovrappopolata verso una altra scarsamente abitata. Tutto ciò fini– sce a vantaggio del paese ma a dan– no del singolo, che si vede improv– visamente allontanato dal suo suolo, dai suoi orizzonti, dalle sue cono• scenze e da quanto formava la sua vita. 9 A1>1>arentemcnte il nuo,,o stato di cose sembra bene accetto a tutta la l)Opolazione, senza eccezio– ni; ma conoscendo la natura umana sappiamo che non può esser così. Anche lasciando da parte gli ade– renti al Kuomintang rimasti sul con– tinente, ci saranno certo dei gruppi 11ociali che non sono contenti dei cambiamenti cui sono obbligati per decreto. Molti avrauno combattuto contro i giapponesi nella guerra partiginna e perso nella lotta perso• ne cnre e beni; costoro si conside• rano, nell'intimo, ingiustamente trattati da questo o quello dei molti provvedimenti presi dal nuovo regi– me. Alcuni avranno reagito con la violenza. Mao Tze Tung stesso con– fessa, nel suo discon;o del febbraio 1 57, che ouoccn10111ila cinesi contro– rivoluzionari sono stati giu.stiziati. Numero che per Fonnosa e gli Sta– ti Uniti diventa quindici milioni. Considerando la cosa dal solo pun- 10 di vista quantitativo - « i morti in Cina sono una <1uestione di stati• stica », dice un generale cli Ciang Kai Scck - e tenendo presente che la popolazione cinese era di 583 mi– lioni a metà '53 - la cifra di l\lao Tze Tung deve pcccnre di modestia, come i quindici milioni di Ciang Kai Scek di esagerazione. Tuttaviu vi sarebbe una certa giustificazione se si trattasse di vittime cadute im– mediatamente dopo In liberazione; mentre la cosa si aggrava quando si sa che si con1i11un a giustiziare elci controrivoluzionari, a dicci anni dal– la liquidazione della resistenza nr• Inoltre vi sono misure repressive di minore importanza. Lo stesso mi– nistro della sicurezza pubblica nm– meue l'esistenza di campi di concen– tramento, « dove i prigionieri si re• dimono con il lavoro ». Il che signi– fica la presenza nel paese del la– voro forzalo. Anche le sentenze emesse dai tri– bunali legittimi non offrono suHì– cient.i garanzie. Il fatto di esser sta• to giudicato, condannato e di aver scontato la pena non vuol dire « chiusura e riporto a nuovo ». Vi sono casi in cui il colpevole viene giudicato per la second'a volta; e questo di1,cnde dal fotto che la pri• ma condanna può essere ritenuta troppo lieve. Così un certo Lu Cin Wu, dopo aver scontato la sua pena, è stato condannato dalla aha corte 1>01>olaredella provincia di Anhwci ad altri dieci anni di carcere. Non si tratta di casi rnccolii confìdenzial- 1uente; è la stampa del paese che ne parla apertamente. Il Kuang Ming Ri Bao (quotidiano) segnala che uu gruppo di controrivoluzionari, accu– sati di dirigere un organo taoista, erano stati condnnnati dal tribuna– le popolare di Xin Ning Xien, nel– l'Hunan, a pene diverse, sino a un massimo di otto unni. Successiva– mente a una revisione delle senten– ze, due degli accusati sono stati con– dannati a morte e gli altri si sono 427

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