Volontà - anno XII - n.7-8 - luglio-agosto 1959
gono meno, poichè - per quanto io sappia - non vi è in Cina nessu– na azienda che costruisca trattori. (Ne] corso del secondo piano quin– quennale vedrà la luce la prima fab– brica di trattori; la priorità accor– data alla produzione di aviogetti su quella di trattori è un'altra prova dell'abbandono in cui è lasciala la campagna). Tutto arriverl, dopo, certamente; e grazie a un'altra delle virtì1 del po– polo cinese, la pazienza, il contadi– no resisterà ancora molti anni fin– chè arrivi la macchina ed egli possa smettere di farsi aiutare dai figli, nel duro lavoro che oggi compie per dar da mangiare a 660 milioni di n– bitanti. Allora i suoi figli potranno andare a scuola, come i figli degli operai nelle città. 5 Simone de Beauvoir arrivò in ae– reo da Parigi, via Mosca, alloggiò sei settimane nel migliore albergo della capitale, l'hotel Pechino, e se ne tornò in Francia, sempre in aereo. Pochi mesi dopo era in ven– dita il suo libro« Ln lunga marcia », di circa cinquecento pagine. Perfet– tamente documentata, sa raccontar– ci la Cina del passato con penna fa– cile e amena, ma non riesce a con– vincerci dell'immagine attnale della Cina. Accenna cli scorcio al fia– iico della cooperativizzazione, senza chiamarlo con il suo nome, ma na– turalmente resta abbngliatn dalla visione della industria leggera e pe– sante, che costituiscono il piatto i– niziale offerto ad ogni visitatore del– la Cina. La maggior parte delle persone che arrivano in Cina sono invita– le dal governo, spesate di tutto, con in pii, 1mn guida-interprete a tulle le ore del giorno. Fanno il percorso di rito nelle fabbriche e nelle coope– rative, dove un impiegato fa la sto– ria d'ell'azienda e dà i dati sulla pro– duzione. La campagna non entra mai nel programma, e di regola si ,,isita soltanto una cooperativa agri– cola nei sobborghi della citt:"1,dove il suo presidente ne [a, anche qui, la storia e l'elenco delle sta1jstiche. Arrivano con l'aereo della società di s1a10 e ripartono con lo stesso--mez– :1.0. Al massimo visitano le città in– dustriali della Manciuria, dove sono siati i giapponesi a creare la mano– dopera operaia. Vedono ancl,e Sciangai e Hang.ciou; luogo, c1ucsto ultimo, veramenle stupendo, do1ato d'alla natura di mille bellezze. Poi tornano al loro paese incantati dalla Nuova Cina. Se hanno visto qualcosa di anormale, il fotto <l'esser slati in– vitati vieta loro di esprimerlo e di comunicarlo agli altri. Però, lo ripe10, nelle città il pro– gresso è chiarissimo e Ciu En Lai sa quello che fa quando apre le porte della Cina per i1ivitarvi gente di tut– to il mondo. Io invece, per poter vi– si1are una zona agricola, dovetti af– fermare di voler conoscere il villag– gio natale di Sun Yat Sen, nel Kuan– tung. E Kuantung è una regione for– t1mata, che non conosce uè inon,la– zioui nè periodi di siccità, questi due flagelli costituenti i veri problemi della Cina; ne dis1rnggono i piani quinquennali, che non possono, ad evidenza, tener conio delle avversi– tà improvvise della natura. 6 t;~: ~~!ta n~n u!~t~;ni:~;s~:<t i: tentai a Pechino, Nanchino, Han• con, Sciangai, Hangcion, Canton e in tutte le altre città che ho visita- 425
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