Volontà - anno XII - n.7-8 - luglio-agosto 1959
marcia innanzi dell'umanità può a– ver luogo soltanto quando il progres– so tecnico sia all'unisono con quello morale. L'economia come fondamento pri– mo delle cose, quale la considera il marxismo, noi la rifiutiamo, poichè mettiamo l'accento maggiore sul pensiero. L'attenzione sinora volta al progresso tecnico ha portato la umanità al momento cruciale che stiamo attraversando; in cui gli scienziati, senza alcun controllo mo• raie che li tenga a freno, hanno in– ventato il modo di distn1ggere il mondo. Al d'onor Oppenheimer, ar– tefice della bomba atomica toccò - per essere quindi divenuto un oppo– sitore sistematico di quella all'idro• geno - l'immediata destituzione, nonchè l'accusa di comunista. 3 La Cina ha realizzato un grande progresso indu$triole e oggi sta invadendo i mercati del sud-est asia– tico, a d'anno del Giappone. Indone– sia, Malesia, Birmania, Ceylon, Cambogia, India, tutti questi paesi importano manufatti cinesi; così, molti dei paesi autonomi o indipen– denti detl'A.frica. Hong Kong, utiliz• zato dalla Cina come veicolo per lo acquisto di valute occidentali, ha un saldo negativo, ne11asua bilancia commerciale con la Cina, di sette– cento milioni di dollari. E' già uscito da lempo il primo autocarro costmi– to integralmente in Cina e il primo avioget.to. Apparecchi radio, mac– chine e impianti d'ogni sorta (dalle rettifiche alle biciclette, dalle tur– bine alle attrezzature per odontotec– nici), prodotti alimentari in iscatola, articoli dell'artigianato, ecc. ecc. A Canton ho visitato una mostra di prodotti destinati all'esportazione, 424 dove erano esposti più di settemila– duecento articoli. .4 La Cina ha puntato ogni diret– trice del suo primo piano quin– quennale (1953-58) allo sviluppo della produzione industriale, abban• donando il contadino alla sua sorte infolicc. Qui si cozza contro uno dei pun– ti pili deboli della economia diret– ;,1 dall'alto, che non tiene conto del– le necessità pili urgenti della popo• lm~_ionc-. In Cina vi sono 130 milio. ni di famiglie contadine, pari allo 80% della popolazione nazionale: questo 80% è stato respinto in se• condo piano a vantaggio degli ope• mi delle grandi e medie città. Os– sessionati dalla idea della lotta di cl:.1ste, i comunisti stam10 creando della classe proletaria due classi di– stinte: gli operai e i contadini. Que• sti ultimi, che giustamente si cre– dono gli artefici del nuovo regime, poicl,è sono stati quelli che hanno dat'> pili uomini e piìi vite per la vittoria della re1lUbblica popolare cinese, vedono che a otto anni dalla liberazione la loro sorte non è mu– tata per nnlla. All'opposto è un fat. to concreto e innegabile che il li– vello di vita dell'operaio cittadino è aumentato in misura assai rilevante. (La vittoria sulle forze del Kuomin– tang la chiamano Liberazione; il che è una parte de1la tattica del partito, tendente ad' usare il meno possibile termini rivoluzionari). Quando metto in luce questo squi– librio mi si risponde che « tutto a un certo punto arriverà » e che la cosa adesso più importante è la pro– duzione di mezzi per la meccaniz– zazione dell'agricolturn. Con ciò i miei dubbi e il mio timore non ven-
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