Volontà - anno XII - n.7-8 - luglio-agosto 1959
lismo dell' insegnamento che si im– partiva allora nelle scuole, egli a– veva messo a base del suo l'espe– rienza e le verità della scienza. Ma tulio questo non era un antidoto suf– ficiente ai mali derivanti dall'educa• zione di allora, e rischiava di sosti– tuire ad un at1eggiamento religioso un atteggiamento scientifico che non era molto diverso dal primo. Ma sono i tempi in cni molti di coloro che si rifiutano di adorare Dio ,;i fauno adoratol'i della Scienza, e credono ciecamente nelle sue verità. Mentre si sa che i.I campo della scienza è un campo in continuo mo– vimento, che le sue verità non sono mai definitive, che servono ullo scienziato come punii di purtenza per scoprirne altre, ,,cr allargare lo orizzonte della stes!òla conoscenza e che debbono essere veriftcntc di con– tinuo. Nell'educazione non han tanta im– portanza le cose che s'insegnano quanto il modo come vengono inse– gnate. Se al catechismo si sostituiscono le veri1ì1 della scienza, belle prepara. te, con la pretesa che esse definisca– no, una volta per sempre, cet·tc que– stioni o risolvano interamente certi problemi, o si è convinti che la ve– ritì1 sia la prerogativa di una data Religione, o Filosofia, o Ideologia, si cade un'uhra volta nel dogmatismo e nell'educazione autoritaria. F. Ferrer aveva delle doti 11011 co– muni di pcd'agogo . .E' certo che se egli fosse vissuto ancora negli anni seguenti avrebbe superalo se stesso, perchè una concezione educativa per rimanere viva cd efficace non deve cristallizzarsi mai. Avrebbe tenuto conto degli ulteriori studi della psi– cologia, delle scoperte della psico- 402 analisi e avrebbe fatto tesoro delle moderne concezioni educative, an• che se non erano di anarchici, per– chè uno spirito veramente libero si disseta e si arricchisce a tutte le fonti. Ma F. Fcrrer non poteva trovare Jler tutte le sue scuole, e tra i suoi compagni di fcd'c, degli educatori preparati alla sua nuova concezione pedagogica, nè che avessero le sue attitudini pedagogiche. E (u, a1>pun• 10, perchè molti elci suoi collabora- 1ori dettero alle Scuole ì\foderne il :;ignificato di Scuole Anarchiche che la concezione peclagop;ica di Ferrer perdette molto del suo valore inizia– i<'e diventò in molti casi confossio– nalc. (E queslo :;i.iaccentuò nei suoi imitatori). Ma, nonos1autc queste critiche, che non ne offuscano per niente la sua grandezza, F. Fcrrer merita di essne ricordato anche per la sua o– pera educativa. Ha il grande merito cli essere staio Ira i primi anarchici a c·omprenderc quale importanza ha l'educazione nella trasformazione della società. Azione diretta, si. Scioperi conlro i padroni sfrul· latori, contro le pazzesche imprese militari, si. Ma è uecessario, ,,erchè la geute progredisca, maturi e di– venti veramente libera, l'cducazio• ne. E <1uest'educazione dev'e,:;sere rivolta soprntullo al popolo, dev'es– sere alla portata di tulti e non, come era staio fo10 allora e c·ome accade, purtroppo, auchc oggi, un privilegio di pochi. Ed ecco il suo grande sforzo <'dito– riale con una ricca pubblicazione di opere che, in generale, avevano lo scopo di divulgare il sapere, di com– battere i 1abll dcli' Autorità, dello
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